«Raffaele è morto per colpa di tutti, perché ormai ci siamo abituati a camminare in mezzo a questi delinquenti senza agire, senza protestare». Sono le dure parole dI Ciro Gargiulo, il fratello di Raffaele, l’imprenditore di Lettere ucciso barbaramente nel corso di una rapina tra i boschi di Quisisana. Parole di sofferenza e di rabbia per la tragica scomparsa esposte durante il rito funebre per l’addio al fratello.M «Non abituiamoci alle tragedie – ha poi aggiunto – non rassegniamoci e sforziamoci di combattere questo cancro della società». Un appello lanciato ai concittadini, alle istituzioni, affinché prendano seri provvedimenti contro questo male che affligge le città della provincia, ma anche affinché chi conosce la verità e i nomi dei responsabili della tragedia si faccia avanti per denunciare i colpevoli. Ieri è stato il giorno del dolore, dell’estremo saluto, per la famiglia di Raffaele. Il giorno dei funerali di un uomo che lascia la giovane moglie Pina e due figli di appena 10 e 7 anni. Al termine di un lungo corteo funebre, con la bara trasportata a spalla dai tanti amici, tra le strade delle due cittadine dei monti Lattari, presso la chiesa del Santissimo Salvatore a Casola, don Aniello Dello Ioio ha celebrato la messa per l’ultimo saluto a Raffaele. Due bambini, due nipotini della vittima, prima della benedizione della salma, hanno poi letto una lettera dedicata allo zio scomparso. Parole di affetto per una persona a cui tutti in paese volevano bene. Alla cerimonia funebre erano presenti centinaia di persone, anche i sindaci di Casola e Lettere, Alfredo Rosalba e Antonio Pentangelo, assieme a tanti amministratori locali, e di semplici cittadini indignati che hanno voluto rendere omaggio al giovane scomparso. Intanto, proseguono le indagini condotte dagli agenti del commissariato stabiese, guidati dal dirigente Luigi Petrillo e dal suo vice Stefania Grasso. Gli inquirenti ormai sarebbero a un passo dalla cattura dei due rapinatori che, dopo aver rapinato altre due coppiette appartate tra i sentieri dei boschi di Quisisana, non si sono fatti scrupoli a sparare contro Raffaele che, in compagnia di un’amica, stava tentando di sottrarsi alla terza rapina della serie. Ormai è certo, vista la destrezza con cui i malviventi si sarebbero mossi, gli inquirenti ritengono che si tratti di persone del luogo, di stabiesi, quasi certamente pregiudicati già noti alle forze dell’ordine per altri colpi portati a segno nella zona. Dalla ricostruzione fatta attraverso i racconti di diversi testimoni, dei fatti avvenuti durante quella tragica serata ai piedi del Faito, ormai l’identikit dei rapinatori dovrebbe essere definito.
Il tecnico delle vespe entusiasta per la qualificazione ai Play Off, ma avverte: «Il focus è sul presente. America? È il viaggio che conta. Buglio? L'infortunio è meno grave del previsto, è un giocatore essenziale per noi.»