Proseguono senza sosta, le indagini sull'esplosione avvenuta ieri davanti alla procura generale di Reggio Calabria. Ed elementi utili all'inchiesta arrivano dall'esame delle telecamere di sorveglianza dell'edificio e di quelli adiacenti: gli inquirenti sarebbero in possesso nel numero di targa dello scooter a bordo del quale sono arrivate le due persone, con i volti nascosti da caschi per motociclisti, che hanno depositato il rudimentale ordigno composto da un ingente quantitativo di tritolo, collegato a una bombola del gas. Dunque in queste ore sono in corso le verifiche per risalire al proprietario del motociclo, anche se i precedenti insegnano che in questi casi i veicoli usati sono sempre rubati.
E la bomba di Reggio, secondo gli investigatori, dimostra come la 'ndrangheta sia colpita ma pronta a combattere. Quarantanove latitanti arrestati, beni sequestrati per oltre 800 milioni sono il bilancio dell'attività del 2009 della magistratura reggina; l'aggressione ai patrimoni, anche lontano dalla Calabria, è per l'organizzazione criminale un duro colpo.
Secondo fonti della Procura colpita ieri dall'attentato, il panorama criminale locale - da mesi - segnala una forte inquietudine al suo interno, figlia di gerarchie sempre meno convenzionali e, soprattutto, continuamente da rifare alla luce di arresti e sequestri realizzati con cadenza settimanale.
E intanto continuano le manifestazioni di solidarietà per i magistrati, soprattutto quelli impegnati nella lotta alla 'ndrangheta. Oggi, ad esempio, interviene il Csm: in un telegramma inviato dal vicepresidente Nicola Mancino al presidente della corte d'appello di Reggio Calabria Luigi Gueli e al procuratore generale Salvatore Di Landro, si dice che "il Consiglio superiore della magistratura, consapevole dei positivi risultati colti pur tra non poche difficoltà organizzative dagli uffici giudiziari di Reggio Calabria nella lotta alla criminalità organizzata, esprime solidarietà piena e sostegno convinto all'azione dei magistrati reggini".
Più polemica la presa di posizione del partito di Antonio Di Pietro. Che attraverso il deputato Federico Palomba, vicepresidente della commissione Giustizia alla Camera, sottolinea come "il clima di odio nei confronti dei pubblici ministeri, che rappresentano il baluardo nella lotta alla criminalità organizzata, renda quest'ultima più forte, alimentando le idee criminali". Più diplomatici i toni di Marco Minniti del Pd: "Ora serve una risposta ferma, chiara e compatta da parte dello Stato a sostegno della magistratura e delle forze di polizia".
E preoccupazione per la situazione nella lotta alla criminalità nella regione viene espressa, questa mattina, anche dal presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Luigi Mondello. Secondo cui non va sottovalutata "questa escalation di attentati che vanno a toccare anche le strutture dello Stato. Siamo di fronte a gente violenta, senza scrupoli e senza coscienza. Noi continueremo a lavorare combattendo questi sistemi, predicando un messaggio di speranza e di coesione".
Il tecnico delle vespe entusiasta per la qualificazione ai Play Off, ma avverte: «Il focus è sul presente. America? È il viaggio che conta. Buglio? L'infortunio è meno grave del previsto, è un giocatore essenziale per noi.»