Mister Pasquale Padalino
La Juve Stabia ha dimostrato di avere grande carattere. Pur non nascondendo il rammarico per i due legni colpiti, mister Pasquale Padalino analizza con grande razionalità il pareggio per 1-1 contro la Paganese andando a toccare i vari aspetti di una prestazione dai due volti. «La squadra è rimasta in partita provando a vincere sino all’ultimo istante – sottolinea il tecnico gialloblù –, spiace esser stati fermati dal palo di Codromaz al 95’. I legni fanno parte del gioco, durante il derby ne abbiamo colpiti due che avrebbero potuto cambiare le sorti del risultato anche se vanno riconosciuti i meriti di un avversario che ha costruito altrettante opportunità per andare in vantaggio. Gare del genere si vincono e si perdono, vien da sé che quando si cerca di fare la partita giocando la palla si possano concedere delle ripartenze e in questo girone tutti i club scendono in campo con la determinazione e la ferocia di essere protagonisti quando si trovano di fronte le prime della classe o, comunque, società blasonate come la Juve Stabia. Non sono preoccupato dalla fase offensiva, oggi abbiamo costruito ottime chances e saremmo potuti andare sul 2-0 se Romero non avesse centrato il palo nel primo tempo. Il problema sarebbe non riuscissimo a renderci pericolosi e non è questo il caso, anzi, abbiamo dimostrato di essere forti mentalmente provando a vincere sino all’ultimo secondo». Ad incidere sul risultato è stata la prova da rivedere del pacchetto arretrato. «In più di un’occasione la difesa è apparsa fragile e poco determinata nei contrasti, obiettivamente si sono registrati degli errori individuali che si sono mixati a quelli di reparto creandoci qualche problema. Dovremo lavorare molto su questi aspetti, tante squadre, come quella di Erra, cercano proprio il gioco fisico e non possiamo concederci di affrontare i duelli con superficialità. Di suo l’atteggiamento della Paganese non mi ha sorpreso, i moduli sono relativamente importanti e gli azzurrostellati hanno disputato la gara che dovevano fare creandoci anche più di qualche brivido con le loro ripartenze. Non paragono questa nostra prestazione a qualcuna migliore offerta nel recente passato, non tutte le partite sono uguali e incidono aspetti importanti come lo stato di forma e una giornata più o meno positiva dei singoli. Di negativo, sin qui, vi è solo il non riuscire ad essere risolutivi in maniera proporzionale alle occasioni create. Anche alla luce di ciò sono tutto sommato contento di come sia andato questo derby, match del genere si possono anche perdere se non si ha la giusta mentalità». Questa è stata la settimana del ritorno del bomber Francesco Ripa, già in gialloblù tra il 2014 e il 2017. «Al momento dell’ingresso in campo mi sono emozionato molto più della prima volta – ammette l’attaccante –, peccato non ci siano stati quei tifosi che qui a Castellammare rappresentano l’arma in più della Juve Stabia. Sicuramente in questa fase mi manca la condizione, punterò a raggiungerla con gli allenamenti e la cattiveria di chi vuol dare il proprio contributo alla causa. Anche quando sono andato via ho sempre tifato per questi colori, ho esultato per la promozione in serie B e sofferto per la retrocessione, ritornare qui mi ha reso felicissimo. Non prometto gol, bensì il mio massimo impegno. Ora che sono un po’ vecchietto (sorride, ndr), sono pronto a dare consigli ai più giovani per aiutarli ad immergersi in un girone C in cui determinazione e rabbia devono rappresentare la base di ogni partita. La rosa è di ottimo livello, occorrerà attendere che alcuni calciatori provenienti dai raggruppamenti settentrionali si ambientino. Contro la Paganese ci è mancata un pizzico di cattiveria nel primo tempo, poi nella ripresa siamo stati più determinati nel metterli alle corde. Avrei voluto vincere anche a patto di non segnare io, peccato non esserci riusciti. I presupposti per far bene vi sono tutti, personalmente farò il massimo per dare una mano alla squadra e i gol e le prestazioni saranno una conseguenza del mio impegno». La Juve Stabia ha un dardo in più nella propria faretra.
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