Tre giorni per celebrare il Panuozzo di Gragnano nella sua patria, con l'obiettivo del marchio Igp. Si è svolta a Napoli, presso la sala “Francesco De Sanctis” di Palazzo Santa Lucia (sede della Giunta regionale della Campania), la conferenza stampa di presentazione del “Festival del Panuozzo 2025”, evento che si terrà da domenica 22 a martedì 24 giugno prossimi in via Quarantola a Gragnano. “Panuozzo di Gragnano: un impasto di storia, gusto e territorio” è il tema dell’incontro che, di fatto, ha dato il via alla presentazione del Festival, che per tre giorni trasformerà Gragnano in un vibrante palcoscenico di sapori autentici, melodie avvolgenti e tradizioni radicate. “Avremo 11 stand per degustare il Panuozzo di Gragnano – afferma Ciro Minopoli, presidente dell’Associazione produttori Panuozzo di Gragnano – quello realizzato solo con impasto dedicato come da disciplinare di tutela. Gli stand saranno gestiti ovviamente da attività e da aziende che fanno parte dell'associazione che mi onoro di rappresentare che proporranno 11 farciture, una diversa per ogni produttore, tutte realizzate con prodotti a chilometro zero. Ma ci saranno sorprese anche per i più piccoli, con laboratori dedicati all’impasto e alla successiva cottura del panuozzo. Inoltre ci saranno artisti di strada, ma il vero protagonista dell’evento resterà il Panuozzo di Gragnano”.
“Come ci piace dire – afferma il sindaco Nello D’Auria – Gragnano è un po’ la Silicon Valley dell’enogastronomia. I prodotti di panificazione sono da sempre un’eccellenza del nostro territorio e in particolare il panuozzo sappiamo tutti che è nato a Gragnano, dove è stato pensato, reinventato e rinnovato. È un prodotto di eccellenza che è entrato nel cuore di tutta la Campania e anche oltre i confini regionali. Racchiude l’essenza delle tipicità del nostro territorio. Oggi ci sono famiglie che di generazione in generazione si tramandano la capacità di realizzare questo prodotto che ha avuto anche una enorme innovazione, con farciture sempre più di qualità e a chilometro zero”.
La tavola rotonda ha raccontato anche del marchio Panuozzo di Gragnano, già riconosciuto PAT (prodotto agroalimentare tradizionale) e del disciplinare per la sua produzione che punta ad ottenere il riconoscimento Igp. “Si dà valore a una tradizione e anche ad un piatto di grandissima qualità – commenta Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura – noi stiamo puntando molto sulla forza del mondo della pizza. Il panuozzo è un’espressione speciale di quel mondo, per trascinare anche le filiere alimentari e agricole della nostra terra. Il panuozzo può diventare anche una sorta di link territoriale all’interno della comunità e del distretto”.
All’incontro era rappresentato anche il mondo accademico, con Raffaele Sibilio, professore di Sociologia generale presso l’Università Federico II di Napoli, e Quirino Picone, coordinatore didattico del Master in Comunicazione Multimediale dell’Enogastronomia XV edizione presso l'Università degli studi Suor Orsola Benincasa e Gambero Rosso Academy. “La qualità del panuozzo negli ultimi tempi è cresciuta notevolmente – afferma Sibilio – e questo può essere un importante volano anche per il turismo. Quando si crea identità, e quindi si riesce a farsi riconoscere anche in epoca globale, la conoscenza porterà poi a visitare i territori, e per Gragnano penso anche alla meravigliosa Valle dei Mulini. Il panuozzo è dunque anche un simbolo identitario, che contribuisce allo sviluppo turistico della città”.
Per Picone invece, “negli ultimi anni la comunicazione è stata monopolizzata da food blogger o comunque da soggetti che hanno contribuito certamente a diffondere il tema dell’enogastronomia (e quindi anche del panuozzo di Gragnano) su scala nazionale e internazionale, ma che comunque ha rispecchiato un’attività di tipo individualistico. Oggi invece si deve ragionare in termini di sistema, con canali di comunicazione che vengono forniti al territorio, ma che sono gestiti da una rete di imprese. E uno di questi potrebbe essere panuozzo.blog. Un blog all’interno del quale dati di filiera, informazione, storytelling e quanto necessario per poter comunicare in maniera opportuna quello che accade all’interno di un ecosistema, può sviluppare una rete adeguata per coinvolgere tutti”.