Una città grande per storia, numeri e potenzialità. Ma Castellammare di Stabia continua a "pesare" poco quando si tratta di politica regionale. Anche questa volta, alle porte delle elezioni per il rinnovo del Consiglio della Campania, la sensazione è la stessa di sempre: una città che osserva da bordo campo, mentre gli altri giocano la partita vera.
A oggi, i nomi che circolano sono pochi. Alessandro Langellotti, consigliere comunale, potrebbe essere il candidato stabiese nella lista del Movimento 5 Stelle, a sostegno di Roberto Fico, alla guida della coalizione del cosiddetto campo largo che comprende Pd, Verdi e Sinistra, Casa Riformista, socialisti e civiche correlate al candidato governatore e verosimilmente al governatore uscente Vincenzo De Luca. Dall’altra parte, nel fronte di centrodestra, l’unico nome probabile è quello di Vincenza Maresca, in lizza per una candidatura nella lista del candidato governatore Edmondo Cirielli, sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
Due possibili candidature, forse anche una sola certa. Un dato che racconta più di ogni analisi: Castellammare non riesce a rappresentare se stessa ai livelli dove si decide davvero. Lo scarto è evidente se si guarda al resto dell’area vesuviana e sorrentina. A San Giorgio a Cremano, l'ex sindaco Giorgio Zinno corre con il Pd come protagonista della lista, mentre a Ercolano l'ex primo cittadino Ciro Buonajuto è candidato con Casa Riformista, collocandosi in una posizione di rilievo nella coalizione progressista.
Anche realtà più piccole hanno costruito una presenza strutturata: a Boscoreale è solida la posizione di Mario Casillo, storico capogruppo del Pd in Consiglio regionale e figura centrale nella geografia politica campana, che stavolta potrebbe anche decidere di non scendere in campo in prima persona e di sostenere altri alleati. Agerola e Vico Equense - con un tessuto meno ampio di quello stabiese - si preparano a esprimere più di un nome.
Castellammare, invece, resta ai margini, nonostante i temi cruciali che la attraversano: la rigenerazione del centro antico, il futuro dell’area portuale, lo sviluppo turistico e industriale, e un territorio ancora in cerca di equilibrio dopo anni difficili. Tutti dossier che richiederebbero rappresentanza forte, presenza costante, voce nei luoghi in cui si disegnano le politiche regionali.
La debolezza politica stabiese non è nuova. Da anni la città fatica a produrre figure capaci di aggregare consenso oltre i confini locali, di incidere nei partiti e nei tavoli decisionali. A fronte di un territorio con quasi 70mila abitanti, il peso politico resta esiguo, disperso in frammentazioni e personalismi che impediscono una strategia condivisa.
In Campania si prepara una campagna elettorale che si annuncia tesa, segnata dal confronto tra il centrosinistra di Fico e De Luca e il centrodestra di Cirielli. Ma Castellammare, ancora una volta, rischia di guardarla da lontano, con la consapevolezza che il vero problema non è la mancanza di candidati, ma la mancanza di rappresentanza reale. E così la politica regionale continuerà a passare - letteralmente - oltre.
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