Nove mesi di silenzio e incertezza per il Partito Democratico di Castellammare di Stabia. Dopo le dimissioni di Peppe Giordano dalla carica di segretario cittadino, avvenute ormai a fine aprile scorso, il partito non ha ancora convocato il congresso necessario a individuare una nuova guida politica. Un vuoto che pesa, soprattutto considerando il ruolo cruciale che il PD ricopre all'interno del consiglio comunale dell'amministrazione guidata dal sindaco Luigi Vicinanza. Attualmente, il partito è affidato alla gestione transitoria di Francesco Dinacci, incaricato di traghettare il PD fino al congresso di cui ancora non si conosce la data. Tuttavia, l’assenza di un segretario operativo e di una struttura organizzativa chiara ha di fatto congelato la discussione politica interna e limitato il contributo del partito al dibattito pubblico. Una situazione che stride con la posizione di forza del PD in consiglio comunale, dove conta ben quattro consiglieri, ma che non si è tradotta in una presenza incisiva sul piano politico. L’assenza di una linea chiara e condivisa è tanto più evidente in un momento in cui l’amministrazione Vicinanza avrebbe bisogno di un sostegno deciso e costruttivo da parte del partito. La mancanza di confronto interno e di iniziative pubbliche alimenta il rischio di una percezione di immobilismo, che potrebbe pesare sul rapporto con l’elettorato. Intanto, le varie anime del partito continuano a muoversi autonomamente, senza che si intraveda una sintesi in grado di restituire unità e slancio al PD stabiese. Le divergenze tra le diverse correnti dem sembrano essere uno dei principali ostacoli alla convocazione del congresso che se da un lato potrebbe diventare il momento cruciale per ridefinire obiettivi e priorità, dall'altro appare una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. La questione, però, appare non più rinviabile.
Il vice allenatore delle vespe: «Partita da stimolo per i ragazzi. All’andata gli episodi hanno fatto la differenza. Quaranta? Lui e Sgarbi ci daranno una grande mano.»