“Siamo ai titoli di coda. Troppi gli accostamenti tra esponenti di questa amministrazione e il malaffare”. Si presenta con un intervento durissimo in aula il neo consigliere comunale Michele Starace, subentrato oggi alla dimissionaria Eutalia Esposito. Il primo consiglio comunale dopo l’estate si apre con la surroga che ha fatto seguito alle dimissioni della dottoressa, per cause ancora ignote. E Starace, tornato in aula dopo aver sfiduciato l’ex sindaco Antonio Pannullo nel 2018, si prende subito la scena con parole di fuoco nei confronti dell’attuale amministrazione. “Dobbiamo prendere coscienza che a Castellammare la camorra c’è e va combattuta senza arretrare di un millimetro. La legislatura attuale però può ormai considerarsi conclusa. Anche per l’imperdonabile immobilismo di questa maggioranza” sottolinea Starace, che allude anche a presunti “affidamenti diretti sotto soglia agli amici degli amici” e a “familiari da rinnegare perché hanno scelto di vivere nel malaffare”. Un intervento che ha trovato la ferma contestazione dei capigruppo di maggioranza, che hanno snocciolato al consigliere tutte le iniziative messe in campo per contrastare la camorra, di cui “Starace forse non era al corrente essendo rimasto per tre anni lontano da questa assise”.
Il primo ad intervenire è stato il consigliere Vincenzo Ungaro, che ha espresso le proprie “forti perplessità sui contenuti e sui toni delle parole di Starace, del tutto dissonanti rispetto a quanto emerso sempre in quest’aula, che è il luogo delle proposte e della costruzione del futuro della città”. Sulla stessa falsariga anche Salvatore Gentile (Forza Italia), Ernesto Sica (Fratelli d’Italia) e Lello Tito (Gaetano Cimmino Sindaco di Stabiae), quest’ultimo pronto a ricordare il lavoro compiuto “per il censimento degli immobili comunali, per contrastare l’abusivismo e per mettere a regime i beni confiscati alla camorra”. Dai banchi dell’opposizione, Andrea Di Martino sostiene che “il camorrista Sergio Mosca ha comandato a lungo in questo Comune, come emerge dalle intercettazioni”, lasciando intendere presunte infiltrazioni nell’ultimo decennio nell’attività dell’amministrazione. Parole che il sindaco Gaetano Cimmino, nel suo intervento conclusivo, ha rispedito al mittente, evidenziando che “la ditta delle pulizie, che dalle intercettazioni pare fosse espressione di Mosca, è stata cacciata via dalla nostra amministrazione comunale, all’esito di un’indagine interna che ho avviato io insieme all’assessore Gianpaolo Scafarto”. Un botta e risposta su un tema scottante, proprio mentre la commissione d’accesso si avvia a concludere la sua attività ispettiva, che si interromperà il prossimo 26 novembre. Trascorreranno poi al massimo 45 giorni per la consegna della relazione al Prefetto, da cui dipendono le sorti dell’amministrazione e del Comune di Castellammare di Stabia.
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