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Castellammare - Le opposizioni: «Se l'amministrazione non avesse ereditato il progetto sulla villa, con cosa si sarebbe presentata alla città?»

«Se ci sono cose da dire, le si dicano in aula. Non ci stiamo a fare la rissa. C'è bisogno di un'assunzione di responsabilità di fronte alla città e le sole sanzioni non bastano».

tempo di lettura: 4 min
06/05/2017 19:10:51

Il rinvio della riapertura del secondo tratto della villa comunale, con annesso braccio di ferro tra il gruppo consiliare del PD e la ditta, ha suscitato il disappunto dell'opposizione, che si chiede quale sia l'idea di sviluppo che l'amministrazione ha in mente per il rilancio della città. «La vicenda della villa comunale - commentano i consiglieri di opposizione - sta dimostrando, ancora una volta, l’attaccamento degli stabiesi alla propria città. La sola riapertura del primo tratto ha suscitato attenzione e insieme riacceso la speranza di vedere valorizzate anche le altre nostre risorse. La difficoltà che vive Castellammare è fotografata dall’immagine del varo di metà nave, dalla riapertura di metà villa, dalle Terme chiuse e sfasciate, dalle condizioni dei quartieri, dal disordine commerciale, nonché dal traffico fuori controllo. Una situazione ereditata, si continua a dire. Ed è senza dubbio vero, ma è altrettanto vero che a quasi un anno dall’insediamento di questa amministrazione non si riesce ad intravedere un disegno, né una idea di sviluppo, ma solo singoli atti scollegati».

Le opposizioni hanno poi riservato uno strale infuocato all'amministrazione comunale. «Sorge spontaneo chiedersi: se l'amministrazione non avesse ereditato il progetto della villa comunale (ci sono anche eredità positive) con che cosa si sarebbe presentata alla città? - hanno proseguito i consiglieri di minoranza -. Provate a rifletterci! Noi non ci stiamo a fare la rissa su questo argomento . È tempo che la maggioranza ci faccia capire, in aula e alla luce del sole, ciò che noi avevamo chiesto da tempo. Le date che più volte sono state indicate dall'assessore all'Urbanistica Rubino e dal dirigente in merito alla riapertura della villa comunale si sono, nei fatti, dimostrate chiacchiere. A nostro avviso le responsabilità sono molto più ampie ed è troppo facile giocare allo scaricabarile, con la sola applicazione della sanzione. I consiglieri comunali del gruppo Pd chiedono al dirigente “di verificare anche la regolarità dei lavori e delle forniture previste, segnalando che non sono state ancora completate le lavorazioni previste per il primo tratto”. E perché non ci si è svegliati prima, quando su questi e su altri aspetti, con molta serietà e senza fare propaganda, l’opposizione in Commissione e in Consiglio aveva raccomandato di fare grande attenzione? E perché non si chiede anche che tipo di collaudo è stato fatto del primo tratto e che materiale si sta usando per completare il secondo?».

I consiglieri di opposizione hanno fatto notare, infine, l'atteggiamento tenuto finora in merito ai lavori in villa comunale, senza ostruzionismo né tentativi di inficiare il buon esito dell'opera. «La villa è un polmone importante per i cittadini e per un pezzo dell’economia della città, e come forze di opposizione non ci siamo permessi di creare ostacoli. Ci siamo bensì mossi e continueremo a muoverci con senso di responsabilità. Non rinunceremo però alla necessità che si faccia chiarezza, a maggior ragione a conclusione dei lavori, su come si sono svolte effettivamente le cose. Ormai questa è diventata l'amministrazione delle sanzioni. È accaduto nel caso della somministrazione dei pasti alle scuole e oggi sta per accadere con la ditta per i lavori in villa. A nostro avviso non è accettabile svestirsi dalle responsabilità politiche che ci sono e vanno individuate. Dal giorno successivo al voto, insieme con tutte le opposizioni, sono state avanzate proposte e temi concreti (tra i quali urbanistica, rifiuti, dissesto idrogeologico, centro antico, Terme, Savorito, dissesto finanziario) senza alcun pregiudizio politico, ma tale percorso è stato intralciato per volontà della maggioranza. A qualcuno, infatti, dava fastidio l’autonoma iniziativa di convocazione del consiglio comunale, per cui è stato fatto sistematicamente mancare il numero legale e nemmeno si è provveduto a che si convocassero su argomenti di rilievo proposti dalla stessa maggioranza. Poi, in verità, è stato fatto anche di più, non dando attuazione neanche alle cose approvate insieme. E, non essendoci fine al peggio, si è consentito che la polizia entrasse in Consiglio contro i lavoratori delle Terme. Non si contesta la legittimità della maggioranza di realizzare il suo programma, ma le maggioranze non si possono trasformare in autocrazie e nei consigli il nostro ordinamento democratico prevede la presenza anche delle opposizioni, per cui nessuno può infastidirsi se le forze consiliari chiamate a svolgere questa funzione verificano, controllano e avanzano proposte».

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