Si è concluso con la sconfitta contro l'Italia ai quarti di finale l'Europeo di Dries Mertens con il Belgio. L'attaccante del Napoli è stato impiegato negli ultimi 20 minuti contro gli azzurri, senza però riuscire a incidere sul match.
Conclusa l'avventura a Euro 2020, Mertens ha potuto così sottoporsi a un intervento di stabilizzazione della spalla sinistra, quella spalla che gli ha creato più di un problema in questi ultimi anni. Era un'operazione necessaria, visto che il dolore era diventato troppo forte. L'operazione è stata effettuata in Belgio, da parte del dottor Declercq e sotto la supervisione del dottor Raffaele Canonico, medico sociale del Napoli. "Il giocatore osserverà un periodo di riposo di 2-3 settimane e poi inizierà il percorso riabilitativo" ha precisato il club azzurro tramite una nota sul proprio sito ufficiale. I tempi di recupero non saranno brevi: si parla di circa tre mesi di stop. Il belga sarà probabilmente a disposizione di Spalletti con la stagione già iniziata. Questo intervento complica i piani di mercato del Presidente Aurelio De Laurentiis, che è al lavoro per cercare di ridurre il monte ingaggi. Un buon Europeo avrebbe consentito al giocatore di attirare l'attenzione di qualche club. Invece, non è stato così. Non solo l'intervento, ma anche le prestazioni sottotono hanno ribaltato tutto. Quattro presenze, zero reti. Questi sono i numeri del giocatore belga in questi Europei. E' partito titolare solo nella prima gara senza prendere parte alle tre reti segnate contro la Russia. Nella seconda è stato sostituito nell'intervallo, prima della rimonta avvenuta con la Danimarca. Nella terza, ossia quella con la Finlandia, è rimasto in panchina. Agli ottavi di finale contro il Portogallo di CR7 è entrato a inizio secondo tempo per sostituire l'infortunato De Bruyne, mentre ai quarti con l'Italia ha giocato solo una ventina di minuti.
Il club azzurro rischia di doversi tenere un giocatore, non più molto giovane, che guadagnerà 4 milioni di euro netti a stagione fino al 2022, con opzione fino al 2023, che non è, o almeno non sembra essere più una prima scelta.
Il video del corteo e le nostre interviste.
