Il ds Gigi Pavarese
Un ragazzo fortunato. Si definisce tale Luigi Pavarese, ex ds di Napoli, Torino e Juve Stabia, per aver avuto la possibilità di vivere davvero Diego Armando Maradona. Intervenuto durante la trasmissione “Passione Gialloblù”, l'esperto direttore sportivo ha aperto la stanza dei ricordi a pochi giorni dall'intitolazione dello stadio San Paolo al “Pibe de Oro”. «Sono un uomo privilegiato per aver vissuto Diego Armando Maradona anche nel privato e non solo in campo – ci ha raccontato Pavarese, visibilmente emozionato –, avevamo un bel rapporto consolidato negli anni al punto che non ci siamo mai persi di vista. La sua dipartita mi ha fatto riaprire la stanza dei ricordi, ho aperto quei cassetti in cui custodivo i momenti più preziosi. A Diego sono legate esperienze indimenticabili, sono stato un ragazzo fortunato per aver ricoperto vari ruoli nella squadra del mio cuore, il Napoli. Da segretario generale a direttore sportivo, ho vissuto appieno quella squadra che ha vinto tanto e avrebbe potuto vincere anche qualcosa in più. In quel periodo storico la società tagliò traguardi impensabili grazie a Maradona e a Ferlaino, il quale gli costruì intorno una grandissima rosa e consolidò la società con Allodi e Marino, quest'ultimo che mi portò a Napoli appena 20enne quando venivo dalla segreteria del settore giovanile dell'Avellino. E negli anni successivi l'ingegnere ebbe ragione anche nel puntare su Moggi. Il Napoli nel suo complesso beneficiò della personalità di Maradona, molti calciatori sono migliorati grazie alla sua voglia di vincere. La grandezza di Diego è stata quella di aver migliorato anche i compagni a livello tecnico». Non a caso Pavarese ha sempre raccontato un aneddoto ai suoi calciatori. «Durante la mia carriera ho sempre narrato ai ragazzi della prima squadra e del settore giovanile gli allenamenti di 1 ora dedicati da Diego alla tecnica individuale, alcuni mi guardavano increduli e io gli ribadivo che la sua immensa caratura umana e profesionale lo spingeva a dare sempre il massimo per sé e per i compagni. Lo faceva per invogliare tutti a migliorarsi e per far si che in partita fossero più precisi. Proprio questo pomeriggio (martedì, ndr), neanche a farlo apposta, mi è stato inviato un video risalente ai festeggiamenti del secondo scudetto in cui io, Iuliano, Maradona, Giuliani, Crippa e De Napoli eravamo su una chiatta sul golfo di Napoli. Mia figlia si è commossa guardando suo padre assieme a tali campioni. E pensate che talmente grande è stato Diego, che all'indomani della sua scomparsa mi ha contattato il vicepresidente del Torino che riportai in serie A nella stagione 1998/99 per ringraziarmi per avergli concesso l'opportunità di passare qualche ora con lui un giorno che “El Pibe” si era trovato nel capoluogo piemontese. In realtà doveva ringraziare Maradona per l'immenso uomo che è stato». Diego Armando Maradona vivrà per sempre nel cuore di chi lo ha amato.
Il tecnico delle vespe si congratula con la squadra di Conte e commenta la vigilia della semifinale play-off di ritorno. «A Cremona partita difficile, dobbiamo fare 98 minuti con il casco in testa, senza abbassare i ritmi. Fortini? Non condivido il suo post sui social»