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Napoli - Belén Zurita, giornalista di Movistar+ «Ogni tifoso sogna di affrontare una squadra italiana per intensità, passione e storia»

L'Atlético dovrà reagire dopo il ko di Valencia, e mi aspetto spettacolo in Real Sociedad-Inter. C'è già grande attesa per la super sfida di ottobre tra Napoli e Real Madrid

tempo di lettura: 8 min
di Giovanni Minieri
19/09/2023 17:07:04

Torna finalmente la Champions League, ed è subito grande lotta tra le “big” europee per succedere al Manchester City sul trono d’Europa. C’è attesa spasmodica per vedere all’opera le squadre del Belpaese, dopo aver raggiunto la finale in tutte le competizioni nella scorsa stagione. L’urna ha regalato tante sfide di altissima qualità fin dalla fase a gironi: il Napoli Campione d’Italia esordisce a Braga in attesa di ospitare il Real Madrid al Maradona il 3 ottobre. Doppia sfida italo-spagnola con Lazio-Atletico Madrid e Real Sociedad-Inter, mentre il Milan ospita il Newcastle. L’armata iberica si presenta ai nastri di partenza con ben 5 compagini: a quelle già annunciate si aggiungono il Real Madrid che affronta l’Union Berlino, , quindi c’è Barcellona-Anversa e Siviglia-Lens.

Abbiamo analizzato i temi principali della competizione, le ambizioni delle squadre impegnate in Liga e Serie A, il mercato drogato del mondo arabo e tanto altro con la giornalista di Movistar+ Belén Zurita.  

In questa edizione di Champions League parteciperanno ben 5 squadre spagnole. Oltre alle più blasonate Real Madrid, Atletico Madrid e Barcellona, ci saranno anche Siviglia e Real Sociedad. Dove possono arrivare, e quanta voglia c’è nelle “big” di riscattare la scorsa stagione europea vissuta un po’ al di sotto delle aspettative?

"I 5 club spagnoli si trovano quest’anno davanti ad una grossa sfida da affrontare. Eravamo abituati ad un Real Madrid campione d’Europa che si trovasse ad affrontare la fase a gironi da campione in carica, mentre quest’anno non sarà così. Il Barcellona ha un gruppo molto più abbordabile rispetto alla scorsa stagione, ed è chiamato a recitare un ruolo da protagonista, per riscattare l’eliminazione nella prima fase che è stata a dir poco catastrofica per il progetto di Xavi. Dopo aver messo in bacheca la Liga, gli azulgrana puntano a confermarsi in Europa: magari senza l’obbligo di arrivare in finale, ma sicuramente con l’obiettivo di arrivare il più lontano possibile.  
Nel caso dell'Atlético, è ovvio che tutti i tifosi colchoneros ricordano quel maledetto rigore sbagliato da Carrasco contro il Bayer Leverkusen, per cui l'era del Cholo non può concludersi senza un grande risultato in ambito europeo. O quantomeno replicando quanto fatto nella stagione precedente, dove l'Atlético è stato eliminato dal City, ma giocando alla pari le due sfide e mostrandosi a tratti perfino superiore alla squadra di Guardiola. In quel modo si può accettare di abbandonare la competizione, ma non come nell'ultima volta dove la squadra ha chiuso addirittura all'ultimo posto la fase a gironi, regalando gol e punti ai suoi avversari.
Per Siviglia e Real Sociedad che sono meno abituate a giocare la Champions, ritengo si tratti di un autentico regalo. Sia sotto il profilo economico, che per la gioia di tecnici, atleti e tifoserie. Gli andalusi sono reduci dal successo in Europa League  e avranno sicuramente tanta voglia di far bene".

L’Atlético Madrid arriva alla partita di questa sera dopo la bruciante debacle al Mestalla, definita da Simeone nel post-partita come la peggior gara da quando siete sulla panchina colchonera. Ti aspetti una reazione d’orgoglio per l’esordio in Champions?

"Mi aspetto una reazione forte dell'Atlético. Quando il Cholo usa parole forti in conferenza stampa non è mai a caso, ma vuol dire che ha già trasmesso un certo tipo di messaggio ai suoi ragazzi nello spogliatoio. Va però detto che in questo periodo i colchoneros stanno facendo i conti con tante assenze. Alcune di queste importantissime, come quella di Lemar che è senza alcun dubbio un uomo di fiducia del Cholo. Onestamente preoccupa un po' aver perso quella solidità difensiva che aveva sempre contraddistinto le squadre di Simeone. Penso ad esempio al gruppo Campione di Spagna nel 2014, che dal punto di vista difensivo era un fortino inespugnabile. In questo momento alcuni esperimenti non stanno dando i propri frutti: Witsel da centrale dovrebbe rappresentare un appoggio difensivo più affidabile per Pablo Barrios, Marcos Llorente non è ancora al top della forma, e Saúl sta faticando più del previsto ad entrare nell'undici titolare. La sconfitta di Valencia è stata strana per il modo in cui è maturata: ovvero per le tante reti incassate in un momento della stagione in cui i risultati stavano comunque arrivando. Ma le assenze, la sosta per le Nazionali e il virus FIFA ha probabilmente pesato tanto. Nonostante tutto mi aspetto una musica diversa all'Olimpico, con un Atlético subito concentrato e intenso fin dal calcio d'inizio".

Dopo le 3 finali raggiunte da Inter, Roma e Fiorentina rispettivamente in Champions, Europa League e Conference League, si percepisce maggior rispetto e preoccupazione verso le squadre italiane?

"Credo che il calcio italiano si sia guadagnato il rispetto in ambito internazionale, grazie a stagioni in cui le sue squadre hanno raggiunto vittorie e traguardi importanti. Così come la finale 2019 tra Liverpool e Tottenham segnò il punto più alto del calcio inglese, ora sembra esserci un ritorno della Serie A ai massimi livelli. A mio parere, ogni appassionato di calcio sogna di vedere la propria squadra affrontare un rivale italiano, per intensità, passione sugli spalti e storia. Ho avuto la grande fortuna di vivere "live" la finale dell'ultima edizione di Europa League tra Roma e Siviglia, e la squadra andalusa ha dovuto combattere, lottare fino all'ultimo secondo di una finale eterna per portare a casa il titolo. Se un lato avrei preferito evitare la Lazio perché lo Stadio Olimpico è uno di quelli che incute paura, dall'altra mi fa piacere vedere il potenziale di Napoli, Inter e Milan in questa competizione, poiché da appassionata del calcio italiano devo dire che meritano assolutamente questa vetrina".

Altro intreccio Spagna-Italia è quello tra Real Sociedad e Inter: che partita di aspetti e quale squadra vedi favorita?

"José Mourinho, in occasione della scontro di Europa League tra la sua Roma e la Real Sociedad, fu molto prodigo di elogi verso la squadra basca. E non aveva torto. Personalmente mi diverte guardare le partite della Real Sociedad, perché gioca un calcio molto piacevole e propositivo. A volte le urne si divertono a programmare partite che deliziano il palato a prescindere dai colori. Real Sociedad-Inter è proprio l'esempio più appropriato: mi attendo molte occasioni da una parte e dall'altra, gol, intensità e tanto altro. La squadra di Alguacil dovrà dare più del massimo per qualificarsi, dal momento che è stata inserita in un gruppo durissimo".

Dopo il doppio confronto vinto dal Real Madrid negli ottavi di finale 2017 contro il Napoli di Sarri, c’è un po’ più di paura nello stato maggiore dei blancos, per una squadra che arriva dopo il terzo titolo nazionale e la miglior stagione della propria storia in Champions League?

"Credo che la partita tra Real Madrid e Napoli sia di gran lunga quella più affascinante dell' intero girone. È la gara che nessun tifoso del calcio vorrebbe mai perdersi, e soprattutto quella del 3 ottobre al Maradona può riservare qualche sorpresa. Anche se i risultati in questo momento nascondono la realtà dei fatti, il Real Madrid non sta attraversando il suo miglior momento. Anche se la figura di Bellingham si sta prendendo tutte le copertine, non vedo la stessa solidità mostrata dai blancos nelle precedenti stagioni. Poi la storia insegna che quando inizia la Champions, il Real Madrid si trasforma grazie a quel a senso di magia ed epica che puntualmente lo contraddistingue. Ancelotti conosce benissimo l'ambiente e le insidie che il Napoli può nascondere, perciò saranno due partite toste e complicate, dove il mister madridista non farà troppi esperimenti e scenderà sempre in campo con la miglior formazione possibile".

Gabri Veiga è stato a un passo dal Napoli, salvo poi cedere alle tentazioni dell’Al-Ahli. Trovi preoccupante che un ragazzo di appena 21 anni con una carriera rosea davanti a sè, decida di lasciare il calcio che conta per farsi guidare dal dio denaro?

"Devo ammettere che quando un collega di Movistar, una settimana prima dell'ufficializzazione, mi disse che Gabri Veiga aveva ceduto alle lusinghe arabe, rimasi molto perplessa e non volevo credere che fosse tutto vero. Io sono ancora legata a una visione romantica del calcio dove i valori sono ancora al di sopra di tutti, e se posso comprendere la scelta araba di calciatori come Cristiano Ronaldo, Benzema e Neymar, o quella americana di Messi per una questione di intimità familiare, fatico moltissimo ad accettarne altre. Decisioni come quella di Canales di andare in Messico nonostante si trovasse benissimo al Betis, o appunto quella di Gabri Veiga direzione Arabia, lanciano il messaggio terribile che i soldi possono comprare tutto. È vero che il calcio è sempre più intrattenimento, ma continuo a credere che ci siano dei valori imprescindibili da tutelare. La decisione di Gabri Veiga mi ricorda quella di un giovanissimo Carrasco che scelse di andare in Cina, per poi ritornare poco tempo dopo. E mi rattrista davvero tanto. Perdiamo un talento di prospettiva, che oltre a non disputare più le maggiori competizioni europee per club, mette a rischio anche la propria continuità in Nazionale, visto che sarà costretto inevitabilmente ad abituarsi a un ritmo diverso e a un livello molto meno competitivo rispetto ai migliori campionati europei". 

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