Si cerca di capire che cosa abbia spinto al suicidio il primario dell'ospedale Cardarelli di Napoli, Salvatore Franzese, 59 anni, che si è iniettato ieri sera del cianuro nelle vene nel suo ufficio in ospedale. Franzese dirigeva il reparto di Chirurgia Oncologica. Il cadavere è stato scoperto dalla moglie, passata in ospedale a prenderlo dopo il lavoro. La donna, che aveva le chiavi dell'ufficio, ha aperto la stanza facendo la macabra scoperta.
Sessant'anni, sposato e padre di tre figlie, Franzese era molto noto in città anche perché in grado di effettuare interventi molto delicati con la tecnica laparoscopica messa a punto in stages seguiti in California, a Strasburgo e ad Amburgo. Salvatore Franzese prima di prendere servizio come primario nel Cardarelli ha lavorato per alcuni anni a Castellammare di Stabia come direttore della chirurgia d'urgenza e del pronto soccorso (lì è stato anche consigliere comunale nelle fila dei Ds).
Salvatore Franzese era adagiato sul divano con un laccio emostatico su un braccio, un posacenere riempito solo con fiale utilizzate per caricare un'iniezione che il chirurgo si è poi praticato in un braccio.
Nel suo studio era ancora acceso, sulla scrivania, il computer sul quale erano proiettate le diapositive che il direttore della chirurgia oncologica avrebbe dovuto utilizzare oggi durante un convegno, organizzato in un albergo cittadino, al quale Franzese avrebbe dovuto prendere parte con una relazione sugli interventi chirurgici all'intestino.
Nei giorni scorsi, durante una seduta operatoria, Salvatore Franzese ha intavolato con l'anestesista che lavorava con lui al tavolo chirurgico una discussione sulla «dolce morte» e sul sistema adottato negli Stati Uniti per provocarla. «Salvatore, è semplice - gli avrebbe spiegato il collega - è sufficiente un'iniezione di cianuro e potassio». Pare che nella siringa, sequestrata dai carabinieri per accertamenti tossicologici, fossero stati inseriti proprio cianuro e potassio, insieme a un anestetico.
Sulla scrivania del suo studio, Salvatore Franzese ha lasciato una lettera indirizzata alle sue tre figlie. Il foglio di carta è stato raccolto dalla moglie.
Sulla vicenda indagano i carabinieri. Si cerca di capire il perché di un gesto così drammatico.
Franzese, stimatissimo chirurgo, appartenente ad una famiglia molto nota in città (il cognato è un alto magistrato), svolgeva attività intramoenia alla clinica Villa del Sole. Proprio qui, una decina di giorni fa, si è svolto un blitz della Guardia di Finanza, con il pm Francesco Curcio della sezione reati contro la pubblica amministrazione, che ha portato al sequestro di alcuni documenti.
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