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Pietro Taricone in condizioni «disperate» dopo un lancio col paracadute

L'attore casertano ricoverato in fin di vita in ospedale a Terni Emorragia interna e lesioni per l'ex concorrente del Gf.

tempo di lettura: 4 min
28/06/2010 16.45.59

Pietro Taricone è in condizioni «disperate» per una caduta dopo un lancio con il paracadute. L'attore, dopo l'incidente, è stato immediatamente ricoverato all'ospedale di Terni, dove lo ha raggiunto la moglie. Taricone, originario di Trasacco (L'Aquila), è cresciuto a Caserta. È divenuto noto dopo la sua partecipazione alla prima edizione del Grande fratello, quella del 2000. Successivamente ha intrapreso la carriera di attore ed ha partecipato con successo alla recente fiction Tutti pazzi per amore.

Presenti la moglie e la figlia. C'erano anche la moglie Kasia Smutniak e la figlia quando è avvenuto l'incidente. La compagna dell'attore si è quindi subito recata in ospedale dove l'ex protagonista del Grande fratello è ora ricoverato in gravissime condizione.

Emorragia interna: operato. L'attore è ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale di Terni dove viene sottoposto a intervento chirurgico in questi momenti. L'attore - secondo quanto si è appreso da fonti sanitarie - ha riportato numerosi lesioni in diverse parti del corpo e una emorragia interna. In ospedale si trova attualmente la moglie Kasia Smutniak, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e il presidente dell'aviosuperficie dove oggi Taricone si è lanciato.

Corsa contro il tempo. I medici stanno cercando di fermare l'emorragia interna, «l'aspetto che ci preoccupa di più - spiega Gianni Giannini, direttore generale dell'ospedale - oltre a essere pregiudiziale per qualsiasi altro tipo di intervento». Oltre ad un'emorragia «importante», l'attore ha infatti riportato «una serie di lesioni, tra cui un trauma cranico facciale e lesioni agli arti inferiori e al bacino». Ma bisogna prima «tentare di fermare l'emorragia - precisa il manager - e poi pensare a tutto il resto». Taricone è arrivato in ospedale privo di coscienza.

La dinamica: forse una manovra sbagliata. Ha ritardato la manovra di frenata prevista a 50 metri da terra dopo un lancio eseguito nell'ambito di un corso per la sicurezza in volo riservato a paracadutisti esperti Pietro Taricone rimasto gravemente ferito per la caduta che è seguita. A ricostruirlo è Sergio Sbarzella, presidente dell'Azienda trasporti consorziali di Terni che gestisce anche l'aviosuperficie dove oggi è avvenuto l'incidente. Al corso, denominato Vela, hanno partecipato in otto paracadutisti. Come gli altri, Taricone oggi aveva seguito un corso di teoria. Quindi un primo lancio senza problemi. L'attore è poi nuovamente salito su un piccolo aereo che ha raggiunto una quota di 1.500-2.000 metri. Taricone ha lasciato per ultimo il velivolo e - secondo quanto riferito da Sbarzella - il suo paracadute si è aperto regolarmente. A circa 50 metri da terra doveva quindi eseguire una manovra di frenata ma - sempre in base alla ricostruzione del presidente dell'aviosuperficie - l'ha ritardata finendo a terra a una velocità superiore a quella prevista. Gli accertamenti della polizia sono comunque ancora in corso e per chiarire le cause di quanto successo sarà probabilmente disposta una perizia tecnica.

La testimonianza di un amico. L'attore televisivo Pietro Taricone, ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Terni dopo un lancio dal paracadute, stava effettuando un corso vele per paracadutisti sulla sicurezza, di livello intermedio. A riferirlo è un suo amico paracadutista, Riccardo Paganelli. «L'esercizio consisteva nel fare l'ultima virata a centro metri da terra e atterrare eseguendo il flare, la frenata finale che porta ad atterrare in piedi - spiega l'amico - non abbiamo capito perché anziché girare a cento metri ha virato a circa 20-30 metri da terra, sbattendo. Quando lo hanno portato via era privo di coscienza, ora sappiamo che lo stanno operando».

I precedenti. Altri due incidenti mortali si sono verificati quest'anno all'aviosuperficie di Terni, la stessa dove questa mattina l'attore Pietro Taricone è rimasto gravemente ferito dopo essersi lanciato con il paracadute. Il primo il 3 aprile scorso quando un giovane di 27 anni, romano e considerato molto esperto - aveva alle spalle circa 450 lanci - è morto scontrandosi con un altro paracadutista rimasto a sua volta gravemente ferito. I due si erano lanciati da un piccolo aereo decollato dall'aviosuperfice. A una quarantina di metri da terra il 27enne è finito contro il compagno dopo aver eseguito una virata. A quel punto i paracadute si sono intrecciati e la vela della vittima si è sgonfiata, facendolo precipitare al suolo e l'uomo è morto sul colpo. Un secondo incidente è costato la vita il 1° maggio a Paolo Capretti, 38 anni di Ripatransone (San Benedetto del Tronto). In questo caso a causare la morte dell'uomo la mancata apertura del paracadute d'emergenza. Prima dell'apertura delle vele infatti Capretti si è scontrato con un altro paracadutista. Dopo lo scontro ha tentato di aprire il paracadute di emergenza che però non si è aperto.

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