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In un santuario scoperto nel 2019 lungo la mura della città antica di Paestum, in Campania, sono stati ritrovati numerosi oggetti che rivelano dettagli sulla vita religiosa della città. Tra essi ci sono sette teste di toro, un altare con un canale per i liquidi dei sacrifici e centinaia di ex voto, tra cui immagini di Eros a cavallo del delfino e una commovente Afrodite. Gli scavi sono stati avviati nel 2020 ma interrotti a causa della pandemia; sono ripresi da qualche mese. Il santuario risalirebbe al primo quarto del V secolo a.C., quando erano già stati costruiti i templi di Hera e di Atena. Il santuario di Nettuno, di dimensioni molto contenute, risale al 460 a.C. e si distingue per la purezza delle sue forme, essendo il più piccolo tempio periptero dorico conosciuto prima dell'età ellenistica. Il modello in piccolo di un grande tempio di Nettuno doveva essere in costruzione. Tra gli oggetti trovati ci sono anche statuette in terracotta con i volti degli offerenti o quelli delle divinità, templi e altari in miniatura. La firma degli Avili, una famiglia di ceramisti di origine laziale, è stata scoperta su una delle statuette col delfino. Il santuario era stato costruito lontano dal centro e dagli altri templi, proprio a ridosso delle mura, vicino al mare. Resta da chiarire se il tempio era intitolato a Poseidon, il dio che ha dato il nome alla città. Il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, ha definito i ritrovamenti "straordinari" e ha espresso la volontà di promuovere le attività di conservazione e sviluppo dell'area.
Emergono i primi reperti e alcuni scheletri di vittime dell’eruzione del 79 d. C. Sono stati avviati a febbraio nuove indagini nella cosiddetta Regio IX di Pompei - uno dei nove quartieri in cui è suddiviso il sito.