Ricorrono oggi i 137 anni dalla nascita dell’archeologo stabiese Libero D’Orsi, nato a Castellammare di Stabia il 30 marzo 1888. Laureatosi in Lettere presso l’Università di Napoli e in Filosofia presso l’Università di Padova, nel 1946 divenne preside della scuola media Stabiae e 3 anni più tardi fu nominato ispettore onorario alle Antichità e Belle Arti prima di divenire Conservatore Onorario del museo statale stabiese. Fu, inoltre, Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e fu insignito della Medaglia d’Oro al Merito della Repubblica per la scuola, la cultura e l’arte. Da sempre interessatosi alla storia dell’antica Stabiae, distrutta dalla terribile eruzione del Vesuvio del 79 d.c., D’Orsi decise di impegnarsi per proseguire l’opera di esplorazione iniziata per primi dai Borboni, come si evinceva dagli scritti dello studioso Michele Ruggero che, nel 1881, aveva ritrovato dei diari in cui venivano descritte delle indagini archeologiche compiute tra il 1779 ed il 1782. Riuscì così ad ottenere dei permessi e dei fondi per effettuare degli scavi archeologici sulla collina di Varano, area in cui erano state rinvenute delle parti di mura, e diede inizio ai lavori di scavo partendo da Grotta San Biagio, dove furono scoperte tombe risalenti al periodo paleocristiano ricoperte da frammenti dell’opus reticulatum ed una piccola stanza di colore giallo e rosso di 3.30 metri per 3.50. Successivamente riemersero altri ambienti ed il famoso affresco del mito di Arianna, che diede il nome alla villa romana. Pochi anni più tardi fu riportata alla luce anche Villa San Marco. Nel 1951 fu costituito il Comitato per gli Scavi di Stabia, con a capo il Marchese Aldo Paternò del Grado, che aiutò Libero D’Orsi a sostenere molte delle spese per continuare la sua opera di riscoperta dell’antica Stabiae. Anche il comune di Castellammare non fece mancare il suo sostegno finanziario. Nel 1959, presso i locali della scuola Stabiae, fu inaugurato l’Antiquarium Stabiano e negli anni a seguire furono rinvenute numerose ville, una grande necropoli, con oltre 300 sepolture risalenti al periodo tra il VII e IV secolo a.C. nella zona del Rione Madonna delle Grazie, e tombe di età ellenistica tra Lettere, Santa Maria la Carità e la zona del Castello stabiese. Il 24 settembre 2020, in onore della sua impresa archeologica e del suo immenso contributo storico culturale, fu intitolato a Libero D’Orsi, scomparso il 18 gennaio 1977, il Museo Archeologico di Castellammare di Stabia. A lui sono dedicate anche numerose iniziative dell’Associazione Antica Necropoli di Stabiae Madonna delle Grazie, impegnata da diversi anni nell’opera di riscoperta e valorizzazione del patrimonio archeologico locale.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»