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Castellammare - Recupero del Doriforo di Stabia, è tempo di riaccendere i riflettori

L’appello del Procuratore Fragliasso e del direttore Zuchtriegel: «Basta silenzio su questa vicenda, serve una mobilitazione di tutti»

tempo di lettura: 3 min
di Annarita Ferraiuolo
24/02/2024 10:23:56

“E’ necessario che non resti nel silenzio e si parli della vicenda del Doriforo”, è l’appello lanciato dal Procuratore Capo del Tribunale di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, insieme con il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, nel corso di un incontro di aggiornamento sulle collaborazioni tra Procura di Torre Annunziata e Parco Archeologico di Pompei, tenutosi presso l'auditorium degli scavi di Pompei. Durante il briefing è stata posta l'attenzione sul Doriforo, la copia più raffinata dell’originale di Policleto realizzata in marmo pentelico, trafugata clandestinamente e oggi esposta al museo di Minneapolis negli Stati Uniti. Nonostante i continui solleciti all'autorità giudiziaria di Washington sia da parte della Procura di Torre Annunziata che ha inviato il provvedimento di confisca immediato, sia del Ministero della Cultura, "il museo non si è opposto alla confisca, ma non ha neanche restituito la statua", ha precisato il Procuratore Fragliasso. Questa indifferenza delle autorità statunitensi nei confronti di tre trattati internazionali stipulati tra Italia e Stati Uniti per la salvaguardia dei Beni culturali, ha spinto il direttore generale dei musei statali, Massimo Osanna, a rifiutare al museo americano futuri rapporti di collaborazione, finché la scultura non sarà restituita all'Italia. Secondo il Tribunale di Torre Annunziata, la copia del Doriforo è uscita illegalmente dall’Italia negli anni ‘80 per essere successivamente acquistata nel 1986 per la somma di 2,5 milioni di dollari dal Minneapolis Institute of Arts nel Minnesota, dove si trova ancora esposta accompagnata da una didascalia nella quale si legge che la statua è stata ritrovata agli inizi degli anni ’30 “in the sea of Italy”. Il Procuratore Fragliasso e il direttore del Parco Archeologico di Pompei, ritengono che soltanto un sollevamento dell'opinione pubblica nazionale potrebbe sbloccare la situazione. "Il ministero della Cultura si è attivato. Ma la buona riuscita di una rogatoria internazionale dipende anche dai rapporti diplomatici – ha spiegato il Procuratore – Perciò mi permetto che è necessario che se ne parli. Se le istituzioni di uno Stato si rendono conto che un'opera d'arte, un reperto archeologico di valore eccezionale appartiene a un altro Stato che ne rivendica la proprietà anche giudiziariamente, la restituzione, dovrebbe fare di tutto perché ciò avvenga. Finora sono passati già due anni".

Durante il Press briefing è stata anche illustrata la scoperta di un nuovo complesso romano. "È stato scoperto un muro con una breccia dal quale si entra in un criptoportico, in una parte non scavata da Maiuri: erano i locali servili della Villa dei Misteri – ha reso noto Zuchtriegel – Questa è un'occasione straordinaria di gettare luce sulla parte inesplorata per portare a termine l'opera di Mauri e capire anche i danni causati dagli scavi clandestini perché abbiamo trovato molte tracce di cunicoli e gallerie." Ma non è finita qui! Si è parlato anche di Civita Giuliana. "E’ stato necessario chiudere al traffico la zona, sotto la strada abbiamo scoperto che i tombaroli si sono accaniti in maniera feroce con gli scavi clandestini", ha spiegato Zuchtriegel e, per quanto riguarda gli scavi autorizzati ancora in corso, il direttore ha aggiunto: "C'è un altro fabbricato di due piani e abbiamo trovato tracce del passaggio di un carro. Inoltre, c'è un tetto ben conservato, un ambiente decorato, soffitto e bucato da tutte le parti. Purtroppo i tombaroli hanno scavato su più livelli, effettuando un saccheggio sistematico degli ambienti". Il procuratore Fragliasso ha poi rivelato che è in corso la mappatura e il censimento di 19 siti archeologici con il sequestro di 3 di questi per tracce recenti di scavi clandestini.

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