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Castellammare - L'acquedotto situato sulla collina di Stabia sarebbe romano, non borbonico

L'acquedotto situato sulla collina di Castellammare è romano, non borbonico

tempo di lettura: 2 min
di Luca Piedepalumbo
04/01/2021 11:51:22

ph archeoclub stabiae

Una ricerca condotta dall'archeologo Umberto Pappalardo, docente a Tunisi e componente del comitato tecnico scientifico della sezione stabiese di "ArcheoClub d'Italia", ha definito le origini relative all'acquedotto situato sulle colline di Castellammare di Stabia. L'opera idraulica e architettonica avrebbe radici romane e non borboniche. "Dopo aver svolto alcune ricerche sul campo - si legge in una nota apparsa sulla pagina social dell'archeoclub - abbiamo potuto constatare che l'acquedotto di Quisisana, fino ad oggi ritenuto di origine borbonica, sia in effetti un acquedotto di origine romana. Questa ipotesi è stata possibile grazie all'ispezione condotta lungo un tratto di circa 3 km di questo monumento dimenticato. Ritornando più volte lungo l'acquedotto di Quisisana abbiamo cominciato a seguire le tracce dell'acquedotto lungo il tratto che da i boschi di Quisisana giunge fino a Pimonte. Analizzando le caratteristiche architettoniche e costruttive e alcuni materiali che compongono la canalina di scorrimento delle acque detta "speco" e la struttura dei due ponti, uno in territorio di Castellammare di Stabia, l'altro nel comune di Pimonte. I dati rilevati sono straordinari, l'utilizzo del cocciopesto per la costruzione dello speco, i mattoni utilizzati per il ponte ad arco, diversi per composizione geometrica e caratteristiche cromatiche rispetto ai più comuni mattoni rossi, ci hanno indotto ad ipotizzare l'origine romana dell'opera di ingegneria idraulica. Questo studio è partito dal 2007 quando scrissi alla Soprintendenza ai Beni Ambientali di Napoli di valorizzare l'acquedotto, poiché borbonico o romano che sia è un monumento storico di grande importanza".

Le origini romane dell'acquedotto stabiese sono avallate anche dallo studioso Angelo Acampora, il quale rivendica la paternità della scoperta. Tuttavia, a differenza dell'Archeoclub d'Italia-Stabiae, lo studioso è giunto ad ipotizzare anche che Miseno e la Piscina Mirabilis venissero alimentati dall'acquedotto stabiano. Acampora ha condiviso sui social i risultati delle ricerche condotte già lo scorso 31 dicembre del 2019: "Uno degli acquedotti romani più imponenti sul suolo italico, denominato impropriamente di Miseno, sarebbe in realtà un acquedotto Stabiano, punto di partenza delle acque sorgive di Fontana Grande. Miseno, sede della flotta Imperiale, non era che la destinazione finale. Le acque venivano poi immagazzinate nella famosa Piscina Mirabilis. Questa notizia straordinaria era celata in un’opera minore di Boccaccio, un trattato di geografia storica, che egli compose dopo il 1355".

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