Sono apparse sui muri nei pressi di piazza Ernesto Cesaro, nel cuore di Torre Annunziata la scorsa notte. E a leggerle, malgrado siano soltanto parole, non si può non provare un pizzico di soggezione. «Sbirro infame», «Cavalieri m...», «Zona nostra». Il tutto condito da un marchio inconfondibile e inquietante in città, quello dei Gionta.
l clan dei valentini - o quello che ne è rimasto dopo i fasti degli anni '80 e '90 - insultano così le forze dell'ordine e i rivali dei Gallo-Cavalieri, con i quali è in atto da anni una sorta di tregua instabile. Gli epiteti sono stati scritti con bombolette spray di colore giallo sul monumento dei caduti, in pieno centro. A risaltare sono anche alcune iniziali: le stesse erano apparse in autunno in un appartamento abbandonato a due passi da palazzo Fienga, storica roccaforte del clan, oggi edificio murato appartenente allo Stato.
In quello stesso allogio, nel corso di un blitz del commissariato di Polizia, furono sequestrati anche svariati chili di marijuana. Sul gesto compiuto da ignoti indagano attualmente gli stessi poliziotti oplontini, agli ordini del primo dirigente Claudio De Salvo. Le forze dell'ordine, appena due giorni fa, avevano posto sotto chiave una pistola carica e mezzo chilo di cocaina ritenuti appartenere proprio ai Gionta. La merce è stata recuperata in uno dei covi alle spalle del porto di Torre.
Il tecnico delle vespe si congratula con la squadra di Conte e commenta la vigilia della semifinale play-off di ritorno. «A Cremona partita difficile, dobbiamo fare 98 minuti con il casco in testa, senza abbassare i ritmi. Fortini? Non condivido il suo post sui social»