Pompei si è risvegliata con l’odore acre del fumo ancora sospeso nell’aria. Il vasto incendio di ieri nel deposito di auto a Moregine ha lasciato dietro di sé una scia di cenere, veleni e interrogativi. Nella zona, ai confini con Castellammare di Stabia, sono ancora visibili i danni provocati dalle fiamme che per ore hanno divorato l'area.
Il fuoco ha generato una densa colonna di fumo nero, visibile a chilometri di distanza, che ha reso l’aria irrespirabile per l’intera giornata. Le complesse condizioni atmosferiche hanno spinto le autorità a deviare il traffico veicolare in entrata e in uscita da Sorrento, mentre la stazione ferroviaria Eav di Moregine è rimasta chiusa per precauzione. I vigili del fuoco sono stati impegnati nelle operazioni di spegnimento dei focolai residui, mentre sul posto per le operazioni di sicurezza e i rilievi hanno operato la polizia di Stato, i carabinieri e la polizia municipale. L’incendio è stato pian piano circoscritto per mettere l'area in sicurezza, ma la zona resta sorvegliata, anche in ragione delle sostanze tossiche diffuse nell'aria e dell'impatto ambientale dell'accaduto. L’attenzione si concentra ora sulle indagini, coordinate dalla procura di Torre Annunziata. Gli inquirenti stanno esaminando il tutto e stanno raccogliendo elementi utili per accertare le cause del rogo. Decine le famiglie evacuate in zona, dopo l'incendio che ha coinvolto un'area di circa 6mila metri quadrati: un intero rione alle prese con la paura per le conseguenze della colonna di fumo nero visibile in diversi comuni della provincia di Napoli e diffusa nell'aria. Oggi sarà una giornata importante per le indagini, ma anche per i primi bilanci ambientali e sanitari. L’incendio di Moregine ha lasciato una ferita che non si spegnerà con le fiamme.
«Finalmente ci riprendiamo il nostro mare»: l’Arenile torna a vivere e i cittadini guardano con fiducia al futuro della costa stabiese, anche in vista di una possibile lottizzazione di via De Gasperi.