Non si tratta di un’esecuzione camorristica, ma di un agguato voluto da uomini vicini al clan D’Alessandro per futili motivi. Una discussione, una lite, probabilmente per un’offesa dovuta ad una parola di troppo, e non affari loschi. Secondo gli inquirenti sono questi i motivi dell'uccisione di Nunzio Mascolo, 40enne di Castellammare, pregiudicato che bazzicava molto negli ambienti della cosca stabiese anche se non ne faceva parte attivamente in prima persona. I suoi sicari l’hanno probabilmente atteso a lungo in via Salita Quisisana, dove l’hanno avvicinato e, sfruttando la serata poco invitante (era maltempo e a quanto pare non c’era praticamente nessuno in strada) l’hanno freddato con numerosi colpi di arma da fuoco. Una decina, in tutto, i proiettili esplosi dai due killer che hanno ucciso Mascolo, in passato socio in affari di alcuni noti affiliati al clan D'Alessandro. Il 40enne era in sella al suo scooter, stava rientrando a casa, quando è stato ucciso da una calibro 7,65. In un primo momento, i passanti che hanno avvisato i soccorsi avevano pensato ad un incidente stradale. Strada scivolosa, tanta pioggia, in scooter. Poi, all'arrivo del 118 è stato constato il decesso di Mascolo, ma non per la caduta dallo scooter. Era stato ucciso da diversi colpi di arma da fuoco che l’avevano stroncato immediatamente. Sul posto sono immediatamente giunti gli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia che, agli ordini del primo dirigente Luigi Petrillo e del vicequestore Stefania Grasso, hanno effettuato i primi rilievi del caso. Sono stati raccolti quanti più elementi possibile, ma è stato praticamente impossibile reperire eventuali testimoni di quello che all'inizio è sembrato un omicidio di camorra. Poi, la caratura del personaggio finito sotto il fuoco dei sicari e il modus operandi di chi l’ha ucciso hanno fatto immediatamente deviare le indagini sulla lite. Versione, questa, che è stata parzialmente confermata anche dagli interrogatori ai familiari e agli amici di Mascolo, che hanno parlato di un diverbio con alcuni pregiudicati della zona, già finiti nel mirino degli inquirenti, come possibile motivazione per il raid punitivo. Una parola di troppo vista come uno "sgarro" al guappo di turno. Nel centro storico di Castellammare può bastare anche questo per far armare i sicari della malavita. La polizia ha già effettuato numerosi controlli dopo i fatti: il tutto è accaduto intorno alle 22 di venerdì sera, mentre già alle 23 erano partiti i controlli a tappeto in tutta Castellammare. Al vaglio soprattutto le posizioni di alcuni affiliati al clan D’Alessandro e persone vicine agli stessi. In questi ambienti potrebbero trovarsi mandanti ed esecutori della condanna a morte di Mascolo. Nulla a che vedere, dunque, con il duplice omicidio di Gragnano, dove a perire sotto i colpi della camorra furono Carmine D’Antuono, pluripregiudicato stabiese, e Federico Donnarumma, incensurato di Pimonte. I due furono avvicinati ed uccisi dai sicari nei pressi di un bar gragnanese con le modalità della tipica esecuzione di stampo camorristico.
Il tecnico delle vespe si congratula con la squadra di Conte e commenta la vigilia della semifinale play-off di ritorno. «A Cremona partita difficile, dobbiamo fare 98 minuti con il casco in testa, senza abbassare i ritmi. Fortini? Non condivido il suo post sui social»