La funivia del Faito sospesa nel vuoto
Sospesi per due ore a 700 metri di altezza. Appesi ad un cavo, che ben saldo reggeva la cabina. Ferma a metà percorso, nell’ultima discesa. Un problema al sistema di alimentazione ieri sera ha palesato le falle di un meccanismo rodato, quello della funivia del Faito. La corsa delle 17.35 si è trasformata improvvisamente in un’odissea, quando la cabina ha interrotto il suo percorso con i passeggeri a metà strada tra il cielo e la terraferma. Un’attesa interminabile, durante la quale i tecnici di Eav hanno attivato il gruppo elettrogeno che, a fatica, ha fatto ripartire la “panarella” riportandola lentamente verso la stazione di Castellammare Centro.
Ma proprio lì, in quella gioia incontenibile scandita dagli applausi e dall’inno di Mameli, è emersa un’incongruenza non sfuggita neppure ai viaggiatori. A sbucare fuori da quella cabina erano in 30. Uno per volta, uscivano e percorrevano la scalinata. Alcuni con il viso sconvolto e provato dal viaggio della speranza. Altri con un sorriso stampato in volto, mentre raccontavano l’incredibile esperienza domenicale. Ma nell’era del Covid, quella in cui persino sul treno non è consentito occupare due posti vicini, la funivia costituisce un’anomalia non da poco.
«Le persone all’interno erano più del previsto» ha sottolineato Iolanda, malcapitata passeggera della corsa più lunga della storia della funivia del Faito. Ed è proprio su questo punto che nelle ultime ore ci si interroga. Il problema tecnico, «il primo in trent’anni» come lo definisce il presidente di Eav Umberto de Gregorio, ha aperto un nuovo fronte di discussione rispetto all’attuazione del contingentamento delle persone in funivia. «Il caldo era insopportabile, non tornerà mai più lì dentro» ha raccontato una donna, che non ha nascosto di aver pensato «di fare la fine dei passeggeri della funivia del Mottarone». Quell’incidente, con le sue 14 vittime, è ancora ben presente negli occhi e nella mente dell’Italia intera. E ha alimentato dubbi sulla sicurezza di queste macchine perfette, che possono correre il rischio di incepparsi.
Ieri i sistemi di sicurezza della funivia del Faito hanno funzionato. Ma la paura è stata tanta. E quella cabina stracolma, mentre la variante Delta incombe sulla Campania, è un’immagine che dà quasi l’impressione del “liberi tutti”. Chissà cosa ne pensa il governatore Vincenzo De Luca, le cui invocazioni alla prudenza ieri sono state disattese.
«Finalmente ci riprendiamo il nostro mare»: l’Arenile torna a vivere e i cittadini guardano con fiducia al futuro della costa stabiese, anche in vista di una possibile lottizzazione di via De Gasperi.