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Castellammare - Tranvia leggera, le opposizioni: «un'occasione da non sprecare, serve una progettazione davvero utile per la città»

I consiglieri comunali chiedono un ripensamento: «Senza connessioni strategiche e fermate nei quartieri chiave, si rischia una cattedrale nel deserto»

tempo di lettura: 2 min
13/07/2025 21:19:34

«Accogliamo positivamente l’idea di recuperare il collegamento ferroviario tra Castellammare di Stabia e Gragnano attraverso la riconversione in tranvia leggera, finanziata con circa 50 milioni di euro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC). Tuttavia, esprimiamo forti perplessità su una progettazione che, allo stato attuale, appare incompleta e priva di visione strategica per la mobilità cittadina e comprensoriale».

I consiglieri comunali di opposizione Antonio Alfano, Mario D’Apuzzo, Ciro Di Martino e Rosanna De Simone chiedono un ripensamento progettuale che tenga conto delle vere esigenze del territorio.

«Per garantire una fruizione efficace e diffusa del servizio – spiegano i consiglieri – il capolinea a Castellammare di Stabia deve essere realizzato a Piazza Matteotti, punto strategico per l’interscambio con la storica tratta FS Castellammare–Campi Flegrei. Inoltre, appare incomprensibile che il progetto non preveda un collegamento diretto con la rete Circumvesuviana Napoli–Sorrento, infrastruttura fondamentale per pendolari, studenti e turisti».

I consiglieri sottolineano inoltre l’inaccettabile esclusione del quartiere Moscarella, tra i più popolati della città:
«Una fermata in corrispondenza dello stadio Romeo Menti, con la contestuale realizzazione di un mega parcheggio a servizio dello stadio e dei pendolari, rappresenterebbe una soluzione logica, utile e immediatamente funzionale. Non intervenire su questo snodo significa lasciare fuori migliaia di cittadini da un’opera pubblica che dovrebbe servire l’intera comunità stabiese».

«Come componenti dell’opposizione e della Commissione Urbanistica – concludono – continueremo a vigilare affinché questi 50 milioni di euro non siano sprecati in un’opera senza connessioni, senza strategia e senza ricadute concrete sulla mobilità cittadina. Il rischio è quello di realizzare una cattedrale nel deserto, scollegata dalla vita reale dei cittadini».

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