Nuovo decreto anti covid emanato dal Governo e ragazzi nuovamente in classe per concludere l'anno scolastico. Una decisione che sta facendo molto discutere e che non trova tutti d'accordo. Tra questi, anche gli stessi studenti si dicono perplessi e preoccupati di dover tornare a lezione in presenza.
Dopo aver raccolto le voci degli studenti del liceo Plinio Seniore, accogliamo anche quelle degli alunni di un altro istituto scolastico stabiese. Di seguito la loro lettera aperta:
Buongiorno professori, sono Noemi Fioretti, rappresentante di classe della 3R dell’istituto Tecnico Luigi Sturzo.
Noi ragazzi in questi giorni abbiamo ragionato tanto sul rientro a scuola e sul fatto che non sia giusto tornare data l'assenza di sicurezza, e data la decisione del nostro presidente del consiglio Draghi, ovvero quella di tornare perfino al 100% in presenza il 26 aprile. Non è normale tornare a scuola l'ultimo mese e mezzo quando per più di un anno abbiamo rinunciato alla nostra socialità adeguandoci a tutto ciò che ci è stato imposto e tolto, per la nostra salute e per quella dei nostri cari; per di più considerando il fatto che nessuno studente è stato vaccinato, e il fatto che lo siano stati una parte dei professori non assicura che stiamo andando in un ambiente sicuro. Parliamoci chiaro, seppur la scuola abbia fatto il possibile per garantire le distanze, le classi comunque sono degli ambienti chiusi, nelle quali dovremmo stare per 5/6 ore, con delle mascherine, senza muoverci dal nostro posto, questa non è normalità. Il problema principale, peró, si verificherá sui mezzi pubblici, all’entrata e all’uscita da scuola, dove non fare assembramento è impossibile siccome dove è situata la nostra scuola ci sono altri 3 plessi scolastici. È da egoista pensare che se un ragazzo prenda il covid sia solo un suo problema, ognuno di noi deve tutelare una famiglia, e non è tollerabile che questa si ammali a causa di decisioni inadeguate. È impossibile tornare con una soluzione, come quella del 50% in presenza. La scuola ci deve garantire sicurezza ma anche la dovuta istruzione, cosa che con la didattica a distanza abbiamo acquisito benissimo; ci abbiamo già provato ad ottobre a tornare una settimana in presenza al 50%, ma penso sappiate meglio di noi che non ha funzionato, a parte che questo porterebbe alla formazione di 2 classi differenti, ma poi anche la linea della scuola non è delle migliori, per non parlare dell’infinità di tempo che perderemo nei vari problemi tecnici,i ragazzi da casa vengono “trascurati”, non riescono a seguire le spiegazioni adeguatamente, in questo modo non si garantisce istruzione uguale per tutti, questa non si può definire vera e propria didattica. Abbiamo dai 14 ai 18/19 anni, l’età in cui si dovrebbe sognare, essere pieni di vita e di speranza, tutte cose che questo virus ci sta togliendo, noi cerchiamo di rimanere positivi, di lottare ma non è facile e sicuramente il governo non ci sta aiutando. Si parla sempre del danno economico, dei morti che questo virus porta, cosa giusta ci mancherebbe, però dei danni che la situazione sta portando ai ragazzi, delle insicurezze che ci sta causando, delle nostre paure, non se ne parla quasi mai.
L'anno scorso c'erano circa una decina di casi in tutta Castellammare, adesso non è così, se si vuole fare finta che la situazione non sia grave, non saremmo noi gli ipocriti che asseconderanno quest' assurditá. Ci siamo stancati di essere trattati come dei pacchi postali, che veniamo mandati a scuola, poi non ci andiamo più, poi ancora al 50%, e ancora poi al 100%. Questa non è una protesta contro la scuola, tutti vorremo tornare, e ne dovremmo essere felici, ma questo sta diventando un incubo, è una protesta contro il sistema, contro il governo, non sappiamo se questa nostra decisione possa cambiare qualcosa, qui a Castellammare, ma ci proviamo, con tutte le nostre forze, d’altronde si parla principalmente della nostra salute, della vostra e della salute dei nostri cari. È arrivato il momento di smetterla di essere continuamente schiavi di un sistema che non funziona. Vi preghiamo di capirci e di non prendere questa scelta come un capriccio perché siamo i primi a voler ritornare a scuola, alla normalità, ci manca tutto questo, ma pensandoci bene, un altro mese e mezzo a casa per riprenderci la nostra amata libertà poi, per non sprecare tutti i sacrifici fatti fin ora, per tornare definitivamente a settembre, più forti di prima,non penso sia pena di morte. Confidiamo nel vostro appoggio..
-dalla 3R dell’istituto Luigi Sturzo, Castellammare Di Stabia.
«Non ci siamo accontentati del pareggio, questa è la vittoria della nostra gente, del ds, del presidente e della società tutta. Ora testa alla Cremonese, dispiace avere solo pochi giorni per preparare la partita».