La nuova fase investigativa coordinata dagli organi centrali della Polizia di Stato apre un capitolo delicatissimo: quello del presunto sistema economico che avrebbe garantito, nel tempo, la crescita e la solidità del gruppo criminale di Scanzano. L’attenzione si concentra ora non solo sui diciassette indagati finiti nell’operazione della scorsa settimana, ma anche su una rete ben più ampia di soggetti che, pur non essendo coinvolti penalmente, avrebbero avuto un ruolo nella gestione di attività imprenditoriali e flussi finanziari riconducibili alla cosca.
Gli accertamenti bancari disposti dall’Anticrimine puntano a verificare eventuali anomalie nei movimenti di conti correnti intestati a imprenditori, professionisti, commercianti e lavoratori che avrebbero orbitato intorno agli affari della consorteria. L’obiettivo è semplice: confrontare entrate, uscite e capacità reddituale con l’effettiva portata economica delle attività svolte. Un lavoro di ricostruzione che, se dovesse evidenziare discrepanze, potrebbe aprire scenari giudiziari del tutto nuovi.
Gli inquirenti stanno mappando quello che considerano un sistema economico ramificato, capace di infilarsi in più settori: dal turismo all’edilizia, passando per la ristorazione, il commercio, le forniture e il gioco online. Una struttura che negli anni avrebbe permesso alla cosca di consolidarsi grazie a una diffusa rete di prestanome inseriti in realtà produttive apparentemente “pulite”.
Il ruolo di alcune figure considerate di vertice emerge soprattutto nella dimensione imprenditoriale: contatti con aziende del Nord Italia, attività all’estero, investimenti nel settore dei servizi e persino collegamenti con imprese operanti nel sistema delle scommesse. Una rete che, secondo gli investigatori, si sarebbe ampliata attraverso relazioni qualificate con operatori economici in settori strategici.
A completare il quadro ci sono i presunti intermediari incaricati di tessere alleanze e mantenere i rapporti con gruppi criminali di altre aree del territorio regionale. Particolare attenzione è riservata al comparto turistico-ricettivo e alle strutture extralberghiere, considerate dagli investigatori uno dei canali più sensibili per occultare investimenti e flussi finanziari.
Il sindaco interviene dopo le ultime inchieste della Dda: «Non decido io sulla commissione d’accesso, ma il Prefetto.»