Cronaca
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Castellammare - Immacolata di sangue, lo chef salvato dallo smartphone che ha bloccato il proiettile

La vittima dell’agguato nei pressi di un bar del centro non è in pericolo di vita. A salvarlo è stato il cellulare che portava in tasca e che ha impedito ad un proiettile di conficcarsi nell’inguine. E intanto è caccia agli aggressori.

tempo di lettura: 2 min
di red
08/12/2021 14:26:18

Il proiettile conficcato nello smartphone che portava in tasca. La sua vita salva soltanto grazie alla buona sorte. Un colpo di pistola lo avrebbe raggiunto all’inguine, rischiando di intaccare un organo vitale, ma lo ha preso soltanto di striscio. Gli altri due proiettili alla caviglia e all’inguine non destano la preoccupazione dei medici che lo hanno soccorso e curato dopo la sparatoria che stanotte ha macchiato di sangue l’Immacolata stabiese. Nei pressi di un noto bar del centro, una lite con un gruppo di ragazzi ha innescato la furia omicida della banda nei confronti dello chef 37enne di Gragnano, vittima di un agguato intorno alle 2 di notte. Secondo il racconto di M.C. agli inquirenti, pare l’uomo abbia reagito ad uno spintone con uno schiaffo ad uno dei ragazzi. E che proprio questi ultimi lo abbiano atteso all’esterno del bar per vendicarsi, sparando tre colpi alle parti basse, che lo hanno colpito alla caviglia, al polpaccio e all’inguine. Senza l’impatto del proiettile con il cellulare, il destino del 37enne avrebbe potuto essere molto diverso. E ancora una volta, dopo i fatti del 2018, l’Immacolata stabiese viene macchiata da un episodio di efferata violenza. Stavolta non a causa dei falò nei quartieri, che sono stati accesi in diverse piazze e rioni senza tuttavia generare capannelli di persone nelle loro vicinanze. Stavolta è la barbarie di una baby gang, a cui le forze dell’ordine stanno dando la caccia, a gettare nello sconforto una città intera, che fa fatica a liberarsi delle sacche di subcultura che ancora affliggono il territorio. Sembrava una serata di festa a Castellammare, con l’accensione dell’albero di Natale e i falò sull’arenile (non così entusiasmanti ma simbolici) che hanno fatto dimenticare per qualche ora il rinvio del tanto atteso concerto di Antonello Venditti. I falò nei rioni, in cui fino a tarda notte hanno funzionato i presidi delle forze dell’ordine, hanno rappresentato l’ormai consueto scenario sullo sfondo di una serata che due ore dopo la mezzanotte ha vissuto il suo momento più drammatico. Una tragedia sfiorata, in cui l’unica buona notizia è la vita ancora intatta del giovane chef. Ma la sensazione di impotenza dinanzi a una simile brutale violenza ancora fa male.

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