«Quando sono uscito sul sagrato, non credevo ai miei occhi». Don Vincenzo Donarumma, parroco della chiesa del San Marco, ha controllato con difficoltà l’emozione accogliendo la folla degli abitanti del quartiere che ha partecipato in migliaia alla celebrazione dei “50 anni” della dedicazione della Chiesa a San Marco Evangelista. Anche il sindaco di Castellammare di Stabia, Salvatore Vozza ha preso parte alla concelebrazione solenne (nella foto), presieduta da Don Mario Di Maio, che era molto legato al fratello di don Vincenzo, Don Ciro Donnarumma. Il culmine dei festeggiamenti è stata la benedizione del busto dedicato alla memoria di Don Ciro, indimenticato parroco del San Marco e artefice della nascita della poderosa comunità di fedeli, protagonisti delle innumerevoli attività sociali e religiose della parrocchia. Don Vincenzo ha ricordato gli esordi dell’opera di evangelizzazione di Don Ciro, in un quartiere che, agli inizi degli anni Cinquanta, era definito “difficile”. Era un “piccolo” e giovanissimo prete che sfidò anche i violenti per riuscire nella missione di fondare una Chiesa tra la gente “abbandonata e baraccata” del dopoguerra. «Cinquant’anni fa mancavano strade, luce, acqua - ha ricordato don Vincenzo - Ed è in questa realtà, conquistando per prima la fiducia dei bambini, che mio fratello ha visto oltre. Come un profeta ha capito che questo luogo si sarebbe sviluppato così com’è accaduto e a lui siamo tutti molto grati per le battaglie che ha condotto sempre al fianco dei fedeli e per la formazione dei giovani». Ma i ringraziamenti sono andati anche a don Vincenzo, perché al fianco di don Ciro ha sempre lavorato nell’ombra e, dalla scomparsa del fratello, è diventato ormai punto di riferimento del quartiere. «I ringraziamenti? - si schermisce don Vincenzo - Li accetterò... il 31 dicembre ».
Il tecnico delle vespe entusiasta per la qualificazione ai Play Off, ma avverte: «Il focus è sul presente. America? È il viaggio che conta. Buglio? L'infortunio è meno grave del previsto, è un giocatore essenziale per noi.»