Cronaca
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Castellammare - Caso Consip, la Procura di Roma chiede il rinvio a giudizio per l'assessore alla sicurezza Gianpaolo Scafarto

Con lui altre sei persone fra cui l'ex ministro dello sport Luca Lotti, l'ex numero uno dei carabinieri Tullio Del Sette e l’ex comandante dell’Arma toscana, Emanuele Saltalamacchia

tempo di lettura: 2 min
di Gennaro Esposito
14/12/2018 14:08:48

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per l'assessore alla sicurezza di Castellammare di Stabia, ed ex capitano del Noe, Gianpaolo Scafarto nell'ambito dell'inchiesta Consip. In sua compagnia anche Luca Lotti, ex ministro dello sport, l'ex numero uno dei carabinieri Tullio Del Sette e l’ex comandante dell’Arma toscana, Emanuele Saltalamacchia, l’ex consulente di Palazzo Chigi Filippo Vannoni e l’ex numero due del Noe, Alessandro Sessa. Verosimilmente per l'assessore, voluto fortemente dal sindaco Gaetano Cimmino, si potrebbe aprire una fase processuale molto complicata nella quale dovrà difendersi dalle accuse nei suoi confronti.

L’attuale assessore alla Legalità di Castellammare, secondo la Procura, avrebbe prima rivelato alcune informazioni protette dal segreto d’ufficio e poi depistato le indagini. Nel primo caso, avrebbe fornito gli interrogatori in fase di svolgimento alla direzione del Fatto Quotidiano. In particolare, avrebbe reso noto le dichiarazioni di Luigi Marroni (amministratore delegato di Consip) e Luigi Ferrara (ex presidente di Consip). In più, per incastrare il padre di Matteo Renzi, Scafarto avrebbe attribuito la frase “Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato” ad Alfredo Romeo, imprenditore coinvolto nell’inchiesta. In realtà a pronunciare la frase era stato Italo Bocchino. Inoltre, avrebbe cancellato Whatsapp dal cellulare del suo colonnello per complicare il lavoro degli investigatori nella ricerca dei messaggi che si erano scambiati.

Per questo motivo era stato sospeso dall'Arma dei carabinieri per poi essere nuovamente reintegrato grazie ad una sentenza favorevole della Cassazione. L'incubo sembrava finito ma già nel mese di ottobre, al termine delle indagini, il nome di Scafarto risultava ancora fra gli indagati fino a questa mattina quando la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio.

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