L'ex fabbrica Cirio al centro delle discussioni, politche e giudiziarie
Prima l'operazione Olimpo, poi il caso dei falò che è finito su tutti i telegiornali nazionali. Si sta per concludere una delle settimane più difficili per la città di Castellammare che è ripiombata nuovamente nell'incubo camorra dopo che per anni, volontariamente o meno, nessuno ne ha voluto parlare. Tutto è cominciato mercoledì all'alba quando gli agenti della polizia di stato hanno di fatto smantellato un sistema criminale dedito particolarmente alle estorsioni che ha colpito tantissimi imprenditori del comprensorio. Da lì è nata poi un'analisi sempre più dettagliata sulle scelte politiche che ci sono state negli ultimi anni nella città delle acque, in modo particolare per quanto riguarda la questione Cirio (la riconversione industriale del complesso che si trova in via Napoli e in via Traversa Mele).
L'arresto di Adolfo Greco ha lasciato di stucco molti stabiesi considerato che l'imprenditore era uno dei più importanti e più potenti in tutta Castellammare e che in passato ha avuto contatti con le diverse amministrazioni, oltre che ricoprire anche ruoli di prim'ordine. Per questo motivo sono partite anche dettagliate analisi sulla gestione politica degli ultimi 10 anni per individuare eventuali infiltrazioni che potrebbero aver minato il sano svolgimento dei lavori consiliari. Quello che in passato sembrava solamente una minaccia, nonostante le denunce e gli arresti continui che le forze dell'ordine hanno fatto, adesso è seriamente concreto. La camorra ha voluto impadronirsi di Palazzo Farnese e detta ancora legge in tutta la città di Castellammare ed è arrivato il momento di prendere coscienza di ciò. Sicuramente i clan hanno cambiato faccia: niente più raid ed azioni eclatanti, ma estorsioni sempre più dure da svolgere nel privato. È un tipo di camorra molto più imprenditoriale, silenziosa ma allo stesso tempo molto letale.
Le inchieste sarebbero partite dalle dichiarazioni dei pentiti Salvatore Belviso e Renato Cavaliere che hanno permesso alle forze dell'ordine di realizzare una delle retate più importanti degli ultimi anni. Probabilmente, alla luce dei nuovi arresti, si potranno chiarire anche alcuni episodi del passato che al momento risultano ancora non chiari, in primis il caso Tommasino. La scelta di Belviso e Cavaliere di collaborare non è stata condivisa dal rione Savorito, sede del clan Imparato (alleato dei D'Alessandro) che controlla la piazza di spaccio forse più importante in città. A peggiorare la settimana nera di Castellammare, infatti è stato sicuramente l'episodio di venerdì di notte al Savorito dove alcuni ragazzi hanno affisso uno striscione contro i pentiti durante l'accensione dei falò. Un comportamento meschino, un comportamento che il sindaco Cimmino ha definito da imbecilli così come amche l'assessore Gianpaolo Scafarto.
Ed ecco che in tutta Italia torna quell'accostamento che ha fatto infuriare gli stabiesi per bene nel corso degli anni: Stabia è camorra. Purtroppo lo testimoniano gli arresti e le indagini: Castellammare è una città che per anni è finita in balia dei clan che hanno controllato e gestito qualsiasi cosa. Adesso, quindi, a tremare sono anche gli esponenti politici della città delle acque che nel corso degli anni hanno avuto la possibilità di amministrare. La prima inchiesta è stata portata a termine ma quella ancora più importante, dell'area ex Cirio, potrebbe far luce su nuovi e terrificanti scenari. E a farne le spese sono i cittadini, gli stabiesi onesti che con coraggio hanno deciso di non piegarsi.
Il tecnico delle vespe si congratula con la squadra di Conte e commenta la vigilia della semifinale play-off di ritorno. «A Cremona partita difficile, dobbiamo fare 98 minuti con il casco in testa, senza abbassare i ritmi. Fortini? Non condivido il suo post sui social»