Faceva caldo quella sera, dicono in molti. I cani stranamente avevano abbaiato per tutto il pomeriggio. All'improvviso un boato, 90 secondi da incubo con la terra che tremava e le case che si sbriciolavano. Poi il silenzio. Un silenzio che faceva rumore e che fu interrotto solo dalle sirene dei primi soccorsi. Ma nessuno poteva mai immaginare quanto devastante fu quel terremoto. Alle 19:34 del 23 novembre del 1980 la storia dell'Irpinia e dalla Campania cambiò per sempre. Un sisma, violentissimo, di magnitudo 6.9 distrusse interi Comuni dell'avellinese ma anche di tutte le altre province. Il bilancio fu terribile: oltre 2mila morti a causa dei crolli di centinaia di abitazioni.
Oggi, a distanza di 39 anni da quella terribile sera, le ferite del terremoto dell'Ottanta sono ancora aperte nel cuore di chi ha vissuto quei momenti. Ad Avellino questa mattina la Regione Campania e il Comune hanno organizzato un convegno per ricordare la giornata sponsorizzando gli interventi antisismici alle abitazioni.
Ma anche a Castellammare il ricordo è ancora molto forte. La città delle acque si porta dietro i segni del sisma, con palazzi ancora in macerie e mai più ricostruiti, dal centro alla periferia.
Tante le polemiche dopo i terribili fatti dell'Irpinia. Dagli scandali post ricostruzione alla rabbia degli sfollati che ancora oggi attendono una casa: sono passati 39 anni ma per molti è come se fosse ieri. Ed è per questo motivo che oggi la Campania si ferma, almeno per un minuto, per ricordare le vittime del terribile terremoto, fra i più devastanti registrati in Italia. Il tutto mentre il territorio, nonostante l'alta densità sismica, risulta essere ancora troppo fragile.
Il tecnico gialloblù alla vigilia del match: «Questa squadra ha la possibilità di entrare nella storia: sappiamo quanto è importante centrare i play-off. Buglio, campionato finito. Adorante è stato recuperato.»