Custodivano armi per conto del clan Gallo-Limelli-Vangone, questo l'impianto accusatorio alla base della sentenza che ha stangato ieri Ivan Visciano e Angelo Venditto, punendoli per un totale di oltre 19 anni di carcere. E' quanto ha deciso il Gup della 19esima sezione del Tribunale di Napoli, Alessandra Ferrigno.
Condannato a 11 anni e 4 mesi, oltre a 20mila euro di multa, il 36enne Ivan Visciano. Incassa invece 8 anni e 14mila euro di multa il 'compare' Angelo Venditto. Assolto, invece, Francesco Criscuolo, a processo per favoreggiamento al clan boschese. Il pm Fulco della Dda di Napoli aveva invocato 12 anni di carcere per Visciano, 9 anni per Venditto, 2 anni e 6 mesi per Criscuolo. Nel blitz di aprile 2018 era stato arrestato anche Alessandro Attanasio, che seguirà però il rito ordinario.
Stando alla ricostruzione del pm, Angelo Venditto e Alessandro Attanasio rubarono una Fiat 500 parcheggiata in via Molinelle a Pompei. Successivamente, il solo Venditto l'avrebbe portata a Boscoreale, nell'area di posteggio di un noto hotel-ristorante, utilizzandola per custodire armi e munizioni. Un arsenale la cui detenzione viene imputata a Ivan Visciano, figlio del defunto e temutissimo boss della zona vesuviana Angelo detto 'o Capraro, e ad Angelo Venditto.
Entrambi, all'interno della Fiat 500 rubata, tenevano nascoste due armi da guerra del tipo pistola mitragliatrice CZ modello Skorpion e fucile mitragliatore AK47, nonché 7 armi comuni da sparo di vario calibro e relativo munizionamento, che erano nelle disponibilità di Visciano che le consegnava a Venditto, in tempi diversi, affinché le custodisse per suo conto. Con l'aggravante di aver commesso il reato al fine di agevolare il clan Gallo-Limelli-Vangone.
Il tecnico delle vespe entusiasta per la qualificazione ai Play Off, ma avverte: «Il focus è sul presente. America? È il viaggio che conta. Buglio? L'infortunio è meno grave del previsto, è un giocatore essenziale per noi.»