Ottimizzare la gestione del credito è un fattore chiave per il successo delle imprese, in quanto può aiutarle, tra le altre cose, a migliorare il flusso di cassa e ridurre il rischio di insolvenza. Tra gli strumenti più efficaci ai quali è possibile ricorrere rientra il factoring.
Vero e proprio contratto stretto tra cedente e factor, questo strumento finanziario va oltre la semplice cessione del credito, in quanto riguarda anche i crediti futuri e permette, in alcuni casi, di ottenere alcuni servizi aggiuntivi, sempre correlati all’amministrazione dei crediti ceduti.
Nel momento in cui si decide di farvi ricorso, è necessario individuare la formula che meglio risponde alle necessità della propria azienda. Le alternative sono svariate e, fra le più note, rientrano il factoring pro soluto e il pro solvendo. Di seguito andremo a scoprire che cosa sono, in che cosa differiscono e quali vantaggi offrono.
Quando si parla di factoring si fa riferimento a uno strumento finanziario regolamentato dalla legge 52/1991, il quale vede la partecipazione di tre soggetti:
Il suo funzionamento è molto semplice: tramite contratto, i crediti presenti e futuri maturati dall’impresa vengono ceduti al factor, il quale, a seconda della formula scelta, può pagarli immediatamente o a rate, permettendo così al cedente di avere liquidità immediata, o alla scadenza.
I requisiti richiesti per accedere a questo strumento, il quale si configura come un vero e proprio finanziamento d’impresa, possono variare a seconda della proposta del factor.
Soluzione flessibile e personalizzabile, il factoring può assumere varie forme. In particolare, è possibile scegliere tra le formule pro soluto e pro solvendo. Mentre la prima prevede che il rischio di insolvenza dei crediti ceduti passi al factor, la seconda lascia tale rischio nelle mani dell’impresa cedente.
Com’è facile intuire, questa differenza può avere un forte impatto sulla gestione dei crediti e sul flusso di cassa. Infatti, mentre nel caso del factoring pro solvendo, in caso di insolvenza del debitore, l’azienda cedente deve risarcire il factor, optando per il pro soluto, a fronte di costi più elevati, si elimina tale onere.
Entrambe le formule presentano naturalmente dei benefici, i quali possono essere goduti esclusivamente individuando quella più in linea con le caratteristiche della propria impresa e con le esigenze di credito da soddisfare.
In particolare, mentre il factoring pro soluto libera dal rischio di insolvenza, garantendo liquidità immediata e aiutando, grazie all’eliminazione dei crediti insoluti, nella gestione del bilancio, il pro solvendo risulta molto flessibile e meno oneroso, oltre a permettere all’impresa di mantenere in modo più diretto i rapporti con i propri clienti.
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