Immagine di repertorio non collegata alla notizia
Nella mattinata odierna i Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, supportati da quelli delle Compagnie di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Salerno a carico di quattro indagati, residenti ad Angri, Pompei e Sant’Antonio Abate, tutti gravemente indiziati, a vario titolo, di concorso in estorsioni tentate e consumate, aggravate dall’aver agito con metodo mafioso. A due degli indagati é stata applicata la misure della custodia in carcere ed agli altri due la misura degli arresti domiciliari.
In carcere sono finiti Marzio Galasso, 54 anni di Sant’Antonio Abate ma residente ad Angri e Aniello Bruno, 49 anni di Angri. Ai domiciliari invece sono finiti Aldo Fluido Esposito, 58 anni di Castellammare ma residente a Pompei e Giovanni Galasso, di 30 anni figlio di di Marzio.
Il provvedimento restrittivo scaturisce dalle risultanze di complessa ed articolata attività investigativa coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Salerno e condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa di Nocera Inferiore e della Tenenza di Pagani, avviata nel mese di febbraio 2016 in seguito alla detonazione di un ordigno collocato a Sant’Egidio del Monte Albino presso un cantiere dove erano in corso i lavori di realizzazione di un centro medico polispecialistico. All’esito delle indagini é stato possibile acquisire fonti di prova integranti un quadro gravemente indiziario a carico dei quattro indagati in ordine a plurime condotte estorsive poste in essere in danno di imprenditori del settore edile ed immobiliare.
Gli arrestati, evocando la loro appartenenza a consorzio criminale di tipo camorristico e non nascondendo, talvolta, la disponibilité di armi da sparo, erano soliti avvicinare le vittime presso i rispettivi luoghi di lavoro per poi avanzare in seconda battuta le indebite richieste di dazioni di denaro. In particolare nel corso dell’indagine, oltre ad acclarare le responsabilità dell’attentato dinamitardo avvenuto con finalità estorsiva diretta nei confronti, sia dell’impresa esecutrice dei lavori che dell’imprenditore committente, si accertava che gli indagati avevano agito anche in danno di altri due imprese edili, una delle quali impegnata nella realizzazione di un cavalcavia ferroviario nel comune di Angri.