È un pomeriggio che Gianluigi Donnarumma non dimenticherà mai. Appena l'arbitro ha fischiato la conclusione della finale di Champions League, il portiere del Paris Saint-Germain e della Nazionale italiana ha lasciato sgorgare le lacrime, un espressione chiara di un lungo viaggio costellato di sfide e successi. "In quel pianto c'era tutta la stagione che abbiamo vissuto", ha rivelato, con il cuore che batteva all'unisono con la passione di chi è orgogliosamente legato alle proprie radici di Castellammare di Stabia. E proprio diversi tifosi della Juve Stabia, come quelli del Napoli, hanno fatto sventolare i propri vessili ieri sera allo stadio a sostegno di un gemellaggio ormai noto da tempo. E durante i festeggiamenti sotto la curva dei tifosi del Paris, al collo di Gigio è apparsa anche una sciarpa della Juve Stabia.
Donnarumma, che da sempre tifa per la Juve Stabia, ha raccontato la sua emozionante esperienza con il PSG, sottolineando come, in un momento di incertezze - quando la sua squadra sembrava quasi fuori dalla Champions, sotto di 2-0 contro il Manchester City - sia scaturita una rimonta che ha riacceso le speranze. “Da quel momento è partita la nostra rincorsa. Ora ce la godiamo tutta perché abbiamo fatto una stagione straordinaria”, ha aggiunto con evidente orgoglio.
Il colpo di grazia per il suo club è arrivato in una finale che, a dire del portiere, non ha avuto la pressione di una tipica finale. "Il mister [Luis Enrique] ci ha lasciati tranquilli e liberi, e penso che sia la cosa più importante. Non sembrava una finale di Champions". La filosofia del tecnico spagnolo, volta a forgiare una squadra serena e concentrata, ha giocato un ruolo cruciale, permettendo ai parigini di esprimere lucidità e controllo nel match contro un'Inter agguerrita.
Donnarumma ha anche paragonato le sue esperienze, portando alla luce le emozioni diverse tra vincere un Europeo e una Champions League. “Quando giochi il primo hai tutto un paese con te ed è diverso perché rappresenti un paese. La tensione è più alta”, ha spiegato, chiarendo che, nonostante ogni vittoria sia unica, la gioia di trionfare per la nazionale ha un significato speciale.
Con la medaglia d'oro al collo e la coppa in mano, Donnarumma ha ora la mente rivolta al suo futuro e all'imminente impegno con la Nazionale, dove attenderanno sfide altrettanto importanti in vista del Mondiale. "Se resto? Non lo so, vediamo in questi giorni. Ora dobbiamo rimanere concentrati”, ha concluso, con la modestia che contraddistingue un gigante del calcio moderno.
Il successo di Donnarumma rappresenta non solo un traguardo personale, ma un simbolo di speranza e perseveranza per tutti quelli che, come lui, provenendo da piccole realtà, sognano un grande futuro. Con la splendida vittoria in Champions, un pezzo di Castellammare di Stabia è salito ancora una volta al vertice del calcio europeo. E il mondo ha visto brillare il talento di un ragazzo che, tra lacrime e trionfi, ha scritto un nuovo capitolo nella storia dello sport.
Il tecnico delle vespe si congratula con la squadra di Conte e commenta la vigilia della semifinale play-off di ritorno. «A Cremona partita difficile, dobbiamo fare 98 minuti con il casco in testa, senza abbassare i ritmi. Fortini? Non condivido il suo post sui social»
