C’era un tempo in cui la stazione Castellammare Terme rappresentava un vero punto di riferimento per Castellammare di Stabia. Progettata dall’architetto Marcello Canino, la struttura era all’avanguardia: scale mobili e normali collegavano il treno al piano stradale sottostante, facilitando l’accesso ai celebri stabilimenti termali e ai Cantieri Navali.
Negli anni ’40, la stazione era sinonimo di movimento e prosperità. I viaggiatori affollavano i treni per raggiungere le acque curative delle Terme, mentre la città viveva del suo patrimonio termale. Oggi, invece, l’edificio giace nell’abbandono, tra mura scrostate e binari silenziosi, ricordando a chi passa un’epoca ormai lontana.
Castellammare aveva un tempo sei stazioni, ma oggi ne restano operative solo tre: Via Nocera (destinata a lasciare il posto a Stabia Scavi), Pioppaino e Castellammare Centro. Ponte Persica, Pozzano e Terme sono chiuse da decenni. La stazione Castellammare Terme, in particolare, ha visto svanire le ipotesi di riapertura: secondo EAV, senza le Terme attive non avrebbe senso riattivarla, nonostante la sua posizione strategica per il centro storico e i cantieri navali.
Chi ricorda le giornate affollate di viaggiatori sa che questa stazione rappresentava un pezzo della storia di Castellammare. Eppure, oggi, il tempo e l’indifferenza sembrano averla dimenticata.
L'analisi del tecnico gialloblù. «Abbiamo dimostrato di avere identità ed anima. Degli arbitri non parlo»