Il referendum promosso dalla Cgil e sostenuto da diverse forze del centrosinistra si chiude con una partecipazione inferiore al quorum, confermando un trend nazionale di disaffezione verso la consultazione popolare. A Castellammare di Stabia l'affluenza definitiva si è attestata al 30,85%, un dato che si posiziona sotto la media della provincia di Napoli (31,76%) e ancora più lontano da quella del capoluogo partenopeo, che con il 33% ha segnato uno dei risultati migliori in Campania.
Il risultato, in linea con l’andamento nazionale, apre interrogativi più ampi sullo stato di salute del “campo largo” e sulla sua capacità di mobilitazione reale. L’iniziativa referendaria, pur incentrata su temi rilevanti del lavoro e dei diritti, non ha incontrato una risposta forte nei territori, neppure in quelli dove storicamente le forze progressiste hanno goduto di consenso popolare e radicamento sociale.
Per la sinistra campana, e per il sindacato, si tratta di un segnale da non sottovalutare: la distanza tra cittadini e strumenti di partecipazione, se non affrontata con nuove modalità e linguaggi, potrebbe consolidarsi ulteriormente, compromettendo l’efficacia delle future mobilitazioni.