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Castellammare - «Il silenzio del sindaco mentre il Faito passa nelle mani di Vico Equense»

Scala(LeU): «Mentre Cimmino prova a partorire parti plurigemellari di topolini, qui la montagna se la prendono». Dello Joio: «Ogni Comune deve avere gestione del suo territorio».

tempo di lettura: 3 min
di Simone Rocco
11/03/2021 08:50:46

Monte Faito pronto a passare nelle mani del comune di Vico Equense. Ad annunciarlo, la scorsa settimana, il consigliere metropolitano Carmine Sgambati il quale aveva espresso piena soddisfazione per l’esito della riunione svoltasi qualche giorno prima nella sala Borsellino della Città Metropolitana.

La Città Metropolitana di Napoli avrebbe accolto la richiesta di permuta fatta dal Comune di Vico Equense, per ottenere metà del Monte Faito e divenire dunque comproprietario della montagna con la Regione Campania. In cambio, un edificio del Comune stesso, dove si pensa di adibire una sede dell’istituto superiore Galileo Galilei.

Finora da Castellammare di Stabia, fortemente interessata alla questione perché il Faito ha da sempre rappresentato una delle attrattive turistiche del territorio, sono arrivati solo silenzi. A provare a smuovere le acque contro una decisione che danneggerebbe la città stabiese è Tonino Scala, consigliere comunale di Liberi e Uguali. «Mi sembra più una questione di bottega che un progetto serio che veda il coinvolgimento di tutti i soggetti in campo – dice - Il Sindaco è preso dal rimpasto interno mentre sotto gli occhi passa, in cambio di una scuola la proprietà di una montagna. Atteggiamento ignobile da parte della città metropolitana e insulso, irresponsabile da parte del Sindaco della città. Lasciar passare una cosa del genere mi lascia basito. Culturalmente, e non solo, quella montagna è anche la nostra, fino al piazzale al termine della strada di collegamento, in alto, in cima, è addirittura territorio della città. Ora che si inizia ad intravedere un lumicino per la strada che passa dalla nostra città attraversando i boschi di Quisisana, e si lavora per realizzare interventi per affrontare, finalmente, l'annoso tema del dissesto idrogeologico, la montagna diventa oggetto di un becero baratto nel silenzio generale. Il decidere di non decidere che ha caratterizzato l'agire politico di questi 3 anni di amministrazione paralizzando di fatto la città, oggi ha superato ogni limite.

Sindaco mentre tu risolvi questioni interne lasciando la città in un limbo, gli altri fanno fatti, importanti. Manca ancora l'atto amministrativo e il passaggio per il Consiglio comunale di Vico, c'è ancora tempo, svegliati Cimmino esci da questo letargo, da questo torpore, se non hai voglia o non sei in grado di farlo lascia il testimone, dimettiti. Così ci stai portando allo sbando più di quanto la città non sia già di per sé sbandata. Ora con chi ce la vogliamo prendere per questo tuo silenzio e questa ignavia con le giunte precedenti? Dobbiamo individuare negli spettri del passato le colpe? Dopo tre anni dovresti dirci cosa hai fatto, cosa stai facendo e dove ci vuoi portare. Invece galleggi sul nulla. Basta, mentre provi a partorire parti plurigemellari di topolini, qui la montagna se la prendono, gli altri comuni».

Sulla vicenda è intervenuto anche Tristano Dello Joio, presidente del Parco dei Monti Lattari. «Se proprio la Città Metropolitana vuole cedere le sue quote – dice - , che ogni comune ottenga e gestisca il territorio di propria competenza. Faito tocca Pimonte, Castellammare e Vico Equense e sarebbe giusto allora che ogni amministrazione venga messa in condizione di proteggere e valorizzare il proprio territorio. Cedere le quote al solo comune di Vico significa per Castellammare perdere competenze anche sul versante stabiese fino a Quisisana. Questo è inaccettabile.  Faito è Castellammare, Faito è la nostra montagna che raggiungiamo in funivia ma presto anche dalla strada che parte da Quisisana verso la vetta. Presto l’antico camminamento sarà recuperato e messo in sicurezza . Con il direttore del Parco Antonio Malafronte abbiamo avviato un iter che sembrava perso. Vogliamo vivere il Faito ed essere protagonisti del suo sviluppo per questo diciamo no alla gestione unica. Da stabiese sono orgoglioso delle nostre ricchezze naturali che dobbiamo proteggere e valorizzare e non cedere».

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