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Castellammare - Città delle Acque? Ormai non più. L'Acqua della Madonna è vietata da un anno e mezzo

Prima i livelli di nichel oltre soglia, poi il radon oltre i parametri massimi consentiti. Un’odissea a cui ora i commissari puntano a porre rimedio con un progetto ad hoc per restituire le storiche acque agli stabiesi.

tempo di lettura: 2 min
di red
30/01/2023 18:11:12

Città delle Acque. O forse no. E’ trascorso più di un anno e mezzo dall’emanazione dell’ordinanza di divieto di mescita per la presenza di nichel oltre soglia, all’esito delle analisi periodiche effettuate per l’Acqua della Madonna. Ma quello che sembrava essere un problema risolvibile in pochi mesi si è trascinato tuttora, con ulteriori sviluppi dettati dalla presenza di nuove sostanze inquinanti e nocive per la salute dei cittadini. Il Comune, grazie all’impulso dei commissari, ha accelerato per avviare le procedure relative alla realizzazione di uno studio di fattibilità per l’abbassamento dei valori di nichel e radon, quest’ultimo (gas radioattivo) riscontrato sopra i livelli massimi consentiti in occasione delle ultime analisi effettuati per l’Acqua della Madonna. Il radon, d’altra parte, è un gas che solitamente è presente “nel terreno, nei materiali di costruzione in tufo e nelle acque sotterranee”. Ma cosa abbia generato questa fonte di contaminazione non è semplice da definire, tenendo conto anche delle analisi effettuate un anno e mezzo fa che avevano invece evidenziato la presenza di un metallo pesante, il nichel, oltre la soglia massima concessa dai parametri normativi. In un primo momento all’epoca si era anche ipotizzata l’eventualità di scarichi alla sorgente, rispetto ai quali era stata avviata un’indagine per verificare se ci fossero reati ambientali in atto. Poi erano emersi anche i livelli notevoli di corrosione delle tubature, sostituite con i nuovi tubi in Pead (polietilene ad alta densità) per eliminare tutte le scorie e le presenze “esogene” lungo il flusso dell’acqua verso i punti di mescita. Ma tutto questo non è bastato ad evitare che l’Acqua della Madonna tornasse a contaminarsi. Ed ora la presenza del radon appare decisamente preoccupante, al punto da imporre il prolungamento del divieto di mescita per tutelare la salute dei cittadini, a seguito delle analisi disposte dall’Asl ed effettuate a lungo da Arpac. Una situazione a cui il Comune punta a porre rimedio di qui a pochi mesi. Ma in attesa di sviluppi positivi della vicenda, delle storiche acque stabiesi è rimasto per ora soltanto il ricordo.

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