Ora è il tempo della chiarezza. E dei fatti”. Con queste parole i consiglieri comunali di centrodestra Antonio Cimmino, Pasquale D’Apice, Antonio Federico e Nicola De Filippo intervengono duramente sul nuovo caso che scuote la vita politica stabiese: la notizia, emersa dagli organi di stampa, di presunti contatti tra il consigliere di maggioranza Gennaro Oscurato e soggetti vicini al clan D’Alessandro, come riportato negli atti delle recenti inchieste.
Il consigliere non risulta indagato, ma la circostanza – sottolineano gli esponenti del centrodestra – non può essere minimizzata in un momento in cui la città è già profondamente turbata dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia. Le inchieste hanno infatti messo in luce infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico, in alcuni servizi essenziali e, in generale, nella quotidianità cittadina.
La richiesta al sindaco Vicinanza: “Serve un gesto forte”
Nel mirino dei quattro consiglieri finisce direttamente il sindaco Luigi Vicinanza, a cui viene chiesto un atto “chiaro e inequivocabile”.
Secondo i firmatari del comunicato, non è più sufficiente affidarsi a dichiarazioni di principio sulle difese della legalità:
«L’unico strumento in grado di garantire trasparenza, ricostruire fiducia e dimostrare che l’amministrazione è libera da qualsiasi condizionamento è la richiesta di una Commissione d’Accesso» – affermano.
Una misura forte, quella prevista dalla normativa antimafia, che permette alla Prefettura di verificare eventuali tentativi di infiltrazione criminale all’interno della macchina amministrativa.
Gli esponenti del centrodestra ribadiscono che non si tratterebbe di un’ammissione di debolezza da parte del Comune, ma al contrario di un segnale di “forza e responsabilità”: se l’operato dell’amministrazione è davvero cristallino, la Commissione non potrà che confermarlo, restituendo fiducia ai cittadini.
“Un dovere civico e morale”
Nel comunicato, i consiglieri richiamano il clima di grande preoccupazione che sta attraversando la città, dove le recenti operazioni giudiziarie hanno aperto scenari inquietanti sulle capacità del clan D’Alessandro di mantenere una rete di contatti, collegamenti e pressioni anche in ambiti istituzionali e nei servizi pubblici.
Proprio per questo, affermano: «Chiedere la Commissione è un dovere civico e morale, un segnale di rispetto per tutti quei cittadini onesti che resistono ogni giorno alla pressione della camorra».
Una città che chiede verità
La conclusione è un appello diretto alla comunità e all’amministrazione: Castellammare, sostengono i consiglieri, “merita chiarezza e verità”, e non accetterà più “silenzi o mezze misure”.
Il dibattito politico, già incandescente, è destinato dunque ad accendersi ulteriormente. La palla passa ora al sindaco Vicinanza, chiamato a una decisione che potrebbe segnare in modo significativo il futuro politico e amministrativo della città.
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