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Trump, "il controllo Usa di Gaza sarà a lungo termine, diventerà la 'rivière' del Medio Oriente''

Il presidente Usa in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu: 'I palestinesi devono lasciare la città e andare in altri paesi'. Hamas, 'il piano di Trump per Gaza è ridicolo'

tempo di lettura: 5 min
di Ansa
05/02/2025 07:19:31

"Ilegami tra Usa e Israele sono indistruttibili". Lo ha detto Donald Trump in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu sottolineando che negli ultimi due anni "i rapporti sono stati messi a dura prova". "Ma con me e te saranno più forti che mai", ha aggiunto.  "Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente" ha detto Trump ribadendo che "i palestinesi devono lasciare Gaza e vivere in altri Paesi in pace, Gaza è un simbolo di morte e distruzione per decenni, i palestinesi vogliono tornarci perché non hanno alternative". "Dall'attacco del 7 ottobre stiamo combattendo i nostri nemici e cambiando il volto del Medio Oriente. Abbiamo devastato Hamas, abbiamo decimato Hezbollah" ha poi dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyhau. "Israele non è mai stato così forte ma per assicurare il nostro futuro dobbiamo finire il lavoro", ha concluso, precisando "Israele finirà la la guerra vincendola. La vittoria di Israele sarà la vittoria dell'America". Infine Netanyahu ha detto: "La pace tra Israele e Arabia Saudita non solo è fattibile, ma ci sarà". Immediata la replica di Ryad: " Non ci sarà alcuna normalizzazione delle relazioni con Israele senza la creazione di uno stato palestinese indipendente". 

   "Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione". Lo ha dichiarato all'agenzia Reuters Sami Abu Zuhri, funzionario di Hamas. Hamas ha così risposto alle dichiarazioni di Trump di volere che gli Stati Uniti "prendano il controllo" di Gaza per ricostruirla dopo che è stata distrutta negli ultimi 15 mesi di guerra.

    Nel prossimo mese di giugno si svolgerà una conferenza internazionale sul Medio Oriente a New York. Lo ha detto alla Tass l'ambasciatore palestinese a Mosca, Abdel Hafez Nofal. "In generale, è necessario fare qualcosa non solo per fermare la guerra, ma per fermare la guerra in generale. Ciò dovrebbe avvenire sulla base di un accordo su due Stati. E molti paesi sono favorevoli a questo problema, compresa la Russia" ha aggiunto il diplomatico.

   "Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza". Dopo l'incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu nello Studio Ovale, Donald Trump compie un passo ben oltre la seconda fase della tregua e annuncia un piano per la Striscia che prevede la gestione del territorio da parte di Washington a "lungo termine", con la possibilità che i palestinesi sfollati oggi non tornino mai più nella loro terra "simbolo di morte e distruzione da decenni". L'amico Bibi ha ringraziato il presidente americano definendolo "il migliore amico" di Israele, riconoscendogli di essere stato determinante nel raggiungimento della tregua a Gaza e sostenendo che il suo piano per la Striscia "cambierà la storia". L'incontro tra Trump e Netanyahu, il primo con un leader straniero nel secondo mandato del commander-in-chief, aveva l'obiettivo di fare il punto sulla fase due del cessate-il-fuoco in vista di una definitiva cessazione delle ostilità ma The Donald ha delineato uno scenario più a lungo termine. "Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza e si occuperanno della bonifica degli ordigni e della ricostruzione". Un controllo, quello di Washington sulla Striscia, "a lungo termine" che, per il presidente americano, "porterà stabilità al Medio Oriente" e ha il sostegno di altri leader nell'area. Non è chiaro se questo piano prevede il dispiegamento di truppe militari in territorio palestinese. Trump non lo ha escluso, limitandosi a dire che "faremo ciò che è necessario". Né ha spiegato che fine faranno gli 1,7 milioni di civili che vivono a Gaza. Nonostante l'esplicito veto di Egitto e Giordania ad accogliere palestinesi nei loro territori il presidente americano si è detto convinto che alla fine accetteranno. "E credo che lo faranno anche altri Paesi". Erano giorni che il commander-chief parlava della rilocazione dei palestinesi in altri Paesi. "Gaza è un inferno, nessuno ci vuole vivere. I palestinesi adorerebbero andarsene", aveva detto nello Studio Ovale prima di incontrare Netamyahu. Ma mentre solo fino a qualche ora fa sembrava ipotizzare un ritorno degli sfollati dopo la ricostruzione "in un posto bello, con case bellissime e dove possono essere felici e non essere colpiti, uccisi o accoltellate a morte", in conferenza stampa con il premier israeliano ha detto che i palestinesi dovrebbero andarsene "per sempre". E a Gaza "ci vivranno le persone del mondo, anche palestinesi. Sarà la rivière del Medio Oriente", ha detto annunciando una visita nella Striscia. "Visiterò Israele, che amo, visiterò Gaza, visiterò l'Arabia Saudita e visiterò altri posti in Medio Oriente", Per Netanyahu il "progetto di Trump per Gaza potrebbe cambiare la storia". Il premier israeliano ha incassato dall'alleato americano un miliardo di nuove armi, un piano durissimo contro l'Iran, l'uscita dal Consiglio dell'Onu per i diritti umani, che il tycoon ha definito "antisemita" e lo stop definitivo ai fondi all'Unwra. Sulla direttiva contro Teheran il presidente ha spiegato che "è molto dura", dichiarando di aver perfino lasciato l'ordine di "annientare" il regime di Teheran nel caso dovesse assassinarlo. Bibi dal canto suo ha assicurato a The Donald che la normalizzazione delle relazioni con Riad si farà. "La pace tra Israele e Arabia Saudita non solo è fattibile, ma ci sarà", ha affermato il premier israeliano. Le dichiarazioni del commander-in-chief non sono chiaramente piaciute ad Hamas e un alto funzionario le ha bollate come una "ricetta per creare caos" in Medio Oriente. "Le consideriamo una ricetta per creare caos e tensione nella regione. La nostra gente nella Striscia di Gaza non permetterà che questi piani vengano approvati. Ciò che serve è la fine dell'occupazione e dell'aggressione contro il nostro popolo, non la loro espulsione dalla loro terra", ha affermato Sami Abu Zuhri in una dichiarazione citato da Times of Israel.

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