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Cina, Canada e Messico rispondono ai dazi di Trump. Pechino: nessun vincitore

Il presidente Usa accusa i tre paesi di favorire l'arrivo di migranti illegali e droga.

tempo di lettura: 7 min
di Ansa
02/02/2025 10:03:45

La Cina "si oppone con fermezza" ai dazi al 10% decisi dal presidente americano Donald Trump all'import made in China e assicura l'adozione di "contromisure corrispondenti". 1Lo11 annuncia il ministero del Commercio di Pechino. 
Gli Usa "hanno imposto una tariffa aggiuntiva del 10% sulle importazioni cinesi con il pretesto della questione del fentanyl: la Cina deplora e si oppone con fermezza a questa mossa e adotterà le contromisure necessarie per difendere i propri diritti e interessi legittimi". E' quanto afferma un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino.
 La Cina "è uno dei Paesi più severi al mondo sulla lotta al narcotraffico, sia in termini di politica sia di attuazione". E' la risposta di un portavoce del ministero degli Esteri alle accuse del presidente americano Donald Trump, che ha deciso il pacchetto di dazi per mettere "Cina, Messico e Canada davanti alla loro responsabilità di non aver fermata l'ondata di farmaci velenosi negli Stati Uniti", in riferimento al fentanyl, la droga più potente dell'eroina che uccide milioni di americani. "Il fentanyl è un problema per gli Usa: in spirito di umanità e buona volontà, la Cina ha dato sostegno alla risposta americana al problema". 

 Il Canada imporrà da martedì tariffe sulle merci Usa, come ritorsione per quelle annunciate in precedenza dal presidente americano Donald Trump. Lo ha affermato il primo ministro Justin Trudeau.
Imporremo "dazi doganali del 25% sui prodotti americani per un totale di 155 miliardi di dollari canadesi" (102 miliardi di euro), ha annunciato il capo del governo di Ottawa. 

Il primo giro di tariffe colpirà beni Usa per un valore di 30 miliardi di dollari canadesi martedì, seguito da ulteriori dazi su prodotti per un valore di 125 miliardi in tre settimane. "Certamente non stiamo cercando l'escalation, ma difenderemo il Canada, i canadesi e i posti di lavoro canadesi", ha detto Trudeau.
Le tariffe si applicheranno a "beni di uso quotidiano" come birra, vino, frutta, verdura, elettrodomestici, legname, plastica e "molto di più", ha affermato il premier canadese.
Trudeau ha quindi sottolineato che il conflitto commerciale avrà "conseguenze reali" per i canadesi ma anche per gli americani, tra cui perdita di posti di lavoro, costi più elevati per cibo e benzina, potenziali chiusure di stabilimenti di assemblaggio di automobili e accesso impedito a nichel, potassio, uranio, acciaio e alluminio canadesi. 

La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha denunciato come "calunniosa" l'accusa del suo omologo americano Donald Trump secondo cui il governo di Città del Messico avrebbe legami con il traffico di droga e ha annunciato l'imposizione di dazi sugli Stati Uniti come ritorsione a quelli annunciati in precedenza dal presidente Usa.
"Respingiamo categoricamente la calunnia della Casa Bianca che accusa il governo messicano di avere alleanze con organizzazioni criminali", ha scritto la Sheinbaum su X parlando di prossime "misure doganali" contro Washington. 

La presidente messicana ha accusato a sua volta i produttori di armi degli Stati Uniti di fare affare con "questi gruppi criminali" in Messico. La Sheinbaum ha sottolineato che il suo governo ha sequestrato in quattro mesi "40 tonnellate di droga, tra cui 20.000 dosi di fentanyl".
Ha sfidato quindi il governo e le agenzie ufficiali Usa a "combattere la vendita di stupefacenti nelle strade delle principali città, cosa che non stanno facendo, e il riciclaggio di denaro". La presidente del Messico ha tuttavia anche proposto a Trump di formare "una task force con i nostri migliori team di salute e sicurezza pubblica".
"Non è imponendo dazi doganali che troviamo soluzioni ai problemi, ma parlando e dialogando come abbiamo fatto in queste settimane con il suo Dipartimento di Stato per affrontare il fenomeno delle migrazioni; nel nostro caso, nel rispetto dei diritti umani", ha aggiunto la Sheinbaum. 

La giornata di ieri:
Trump ha firmato l'ordine esecutivo per imporre dazi del 25% contro Canada e Messico e del 10% contro la Cina. L'energia canadese sarà tassata del 10%. Lo riferisce la Casa Bianca. "Le misure di oggi sono necessarie per mettere Cina, Messico e Canada davanti alla loro responsabilità di non aver fermata l'ondata di farmaci velenosi negli Stati Uniti", afferma la Casa Bianca su X riferendosi al fentanyl, la droga più potente dell'eroina che ha ucciso milioni di persone negli Usa.

Dopo ave firmato l'ordine per i dazi Trump ha accusato il Messico di avere "un'alleanza con i cartelli della droga".
"Durante la campagna elettorale ho promesso agli americani che li avrei protetti dal flusso di migranti illegale e droghe. E' il mio dovere e hanno votato a valanga per questo". Lo ha scritto Trump sui social.

Dall'acciaio alle medicine fino al gas e al petrolio. La guerra dei dazi di Donald Trump è iniziata: prima contro i vicini degli Stati Uniti e l'avversario cinese ma presto, stando alle minacce del presidente americano, potrebbe scagliarsi anche contro l'Unione europea che si dice pronta a "difendersi". Una misura che "preoccupa", ammette anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che esorta l'Ue a "immaginare degli strumenti per difendere le produzioni in Europa e in Italia" che rischiano di essere "stritolate dalla concorrenza" asiatica e americana. Come, "per esempio, un uso più intelligente della tassazione ambientale che è stato un clamoroso autogol per tutta l'industria dell'automotive".
Dopo le rinnovate minacce del presidente americano di imporre i dazi in risposta ad un trattamento commerciale ingiusto da parte degli alleati d'oltreoceano un portavoce della Commissione europea ha risposto che "l'Ue resterà fedele ai suoi principi e, se necessario, sarà pronta a difendere i propri interessi legittimi". Il portavoce ha richiamato le posizioni espresse nei giorni scorsi dalla presidente Ursula von der Leyen e dal commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, sottolineando la fermezza dell'Europa di fronte a possibili misure protezionistiche. Certo è che l'iniziativa di Trump, arrivata ;;a meno di due settimane dal suo ritorno alla Casa Bianca, ha segnato una forte escalation nella sua politica commerciale ed è il segno che la più grande economia del mondo vuole tassare i suoi partner commerciali più importanti. Secondo il database Trade Data Monitor, infatti, nel 2023 le importazioni di beni statunitensi da Ue, Canada, Messico e Cina sono state di 1,9 trilioni di dollari, circa il 60% del totale.
Nonostante l'opposizione degli investitori e il rosso di Wall Street, Trump ha mantenuto la promessa di imporre dal primo febbraio dazi del 25% a Canada e Messico e del 10% alla Cina.
Sui beni che saranno tassati il commander-in-chief è stato piuttosto vago e, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale, ha stilato un elenco che include acciaio, alluminio, rame, prodotti farmaceutici, medicine, ma anche microchip, gas e petrolio in un secondo momento, a partire dal 18 febbraio. Sta di fatto che le tasse sulle importazioni da quei Paesi avranno un peso sulle tasche degli americani che, secondo uno studio dell'università di Yale, si tradurrà in 1.300 dollari di spese annuali in più per famiglia. "Gli americani capiranno", è convinto The Donald secondo il quale la sua politica "renderà gli americani più ricchi". Per il Wall Street Journal si tratta della "guerra commerciale più stupida della storia" che, in ultimi analisi, rallenterà l'economia americana. In un editoriale del board del giornale economico si critica in particolare l'imposizione di tariffe più alta per i vicini degli Stati Uniti rispetto a quelle contro la Cina. "I famigerati avversari americani... Messico e Canada saranno colpiti da una tassa del 25%, mentre la Cina, un vero avversario, del 10%. Una mossa che ricorda la vecchia battuta di Bernard Lewis secondo cui è rischioso essere nemico dell'America ma può essere fatale esserne amico", si legge nell'articolo. Ma Pechino a parte, attacca l'editorial board, "la guerra commerciale di Trump non ha nessun senso e renderà l'economia degli Stati Uniti meno competitiva".
E mentre il Messico e Pechino tacciono, anche se hanno già preparato il loro pacchetti di dazi in risposta a quelli americani, il Canada ha reagito con irritazione con il candidato premier che ha accusato il presidente di essere un "bullo".
Parlando in esclusiva a Bbbc Newsnight, Mark Carney ha avvertito che il suo Paese "risponderà, dollaro per dollaro, alle tariffe statunitensi".
Intanto Trump ha preso un'altra decisione indicativa della direzione che vuole imprimere alla sua politica economica: il licenziamento del direttore del Consumer Financial Protection Bureau, Rohit Chopra nonostante il suo mandato scada nel 2026.
Lo riporta il New York Times. A capo dell'agenzia che tutela i clienti di banche e finanziarie, Chopra è stato una spina nel fianco di Wall Street per il suo approccio aggressivo nel far rispettare le leggi per proteggere i consumatori e stabilendo nuove regole. E' stato grazia al suo giro di vite che nel 2022 Wells Fargo è stata costretta a pagare 2 miliardi di dollari ai clienti frodati. 

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