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Pompei - Scavi, la Ricostruzione filologica della Casa del giardino di Ercole

Inaugurata oggi dopo gli interventi di riqualificazione, la casa resterà aperta alle visite tutti i martedì come “casa del giorno”.

tempo di lettura: 3 min
12/06/2025 07:40:23

800 rose antiche, 1.200 viole, 1.000 piante di ruscus, oltre a ciliegi, viti e meli cotogni messi a dimora nell’area verde della casa del Giardino di Ercole di Pompei, anche detta “casa del profumiere”, per la probabile produzione e commercializzazione di profumi che qui avveniva.
L’immissione delle ulteriori specie botaniche identificate storicamente ha consentito una operazione di valorizzazione e ricostruzione filologica del giardino, resa possibile grazie ad una sponsorizzazione tecnica da parte dell’Associazione ROSANTIQUA. Un ulteriore esempio a Pompei di proficua collaborazione tra pubblico- privato ma anche una testimonianza del dialogo tra archeologia, botanica e cultura sensoriale.

Inaugurata oggi, a seguito degli interventi di riqualificazione e di valorizzazione di alcuni spazi interni oltre che del giardino, la casa resterà aperta alle visite tutti i martedì come “casa del giorno”.

“A Pompei il paesaggio naturale e archeologico sono un tutt’uno. Questa fusione naturale lo era in antico e lo è tornata ad essere oggi, grazie ai progetti di cura delle aree verdi del Parco, che hanno restituito e valorizzato questa commistione. – dice il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - Il verde di Pompei che un tempo era percepito come un problema di gestione e manutenzione, un elemento quasi separato dalle strutture archeologiche, oggi è riconosciuto come componente essenziale delle aree archeologiche, nonché del più ampio progetto di azienda agricola del Parco. Nelle tante attività di valorizzazione del sito, il supporto dei privati, dalle sponsorizzazioni tecniche alle partenership pubblico private, è sempre più fondamentale, e ringraziamo in tal senso per questo prezioso affiancamento.”

La Casa del "Giardino di Ercole" risale al III sec. a.C. e deve tale nome a una statuetta marmorea trovata nel larario del giardino. Si tratta di una tipica casa “a schiera” di Pompei, ed è celebre per l'iscrizione cras credo (domani si fa credito) posta all’ingresso.
Gli scavi e le indagini sono stati eseguiti in diverse fasi: la casa è stata scavata nel 1953-54; il giardino è stato indagato nel 1971-72, ulteriori indagini sono state condotte nel 1985-88.

Le indagini archeologiche hanno permesso di ricostruire lo stato delle case dell’Insula 8 al momento dell’eruzione del 79 d.C., evidenziando numerosi rifacimenti. In particolare, alcuni ambienti della Casa del Giardino di Ercole contenevano materiali da costruzione in attesa d’uso. Dalla metà del I sec. a.C. l’area fu oggetto di accorpamenti edilizi e demolizioni, trasformandosi in un quartiere destinato a produzioni specializzate.
Dopo il terremoto del 62 d.C., anche il proprietario della casa acquista e demolisce le domus confinanti per realizzare un grande giardino dove coltivare fiori destinati al commercio. Sono stati ritrovati diversi oggetti e numerose bottigliette in vetro per profumi. In origine la casa era costituita da 8 ambienti e da un orto. La produzione era ancora attiva al momento dell’eruzione del Vesuvio.

L’intervento di valorizzazione ha previsto il ripristino dell’originario piano di campagna e del sistema di irrigazione antico, unico nel suo genere a Pompei; la ricostruzione dei pergolati di viti e la piantumazione di specie botaniche documentate in epoca romana. Le indicazioni per la selezione delle essenze si basano sugli studi della botanica Wilhelmina F. Jashemski, che negli anni Cinquanta, durante i primi scavi dell’area, individuò pollini, spore, macroresti vegetali e riconobbe nel giardino una funzione produttiva.
È stata inoltre realizzata la riproduzione in terracotta della statua di Ercole, posta nel larario accanto al triclinio estivo.

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