Cultura & Spettacolo
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L'incoronazione della Madonna del Carmelo a Castellammare di Stabia

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tempo di lettura: 5 min
di Egidio Valcaccia
16/07/2012 0.00.57

Il profeta Elia (IX sec. a. C.), dimorando sul Monte Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio), ebbe la visione di una nube, che si alzava dalla terra verso il monte, portando la pioggia e salvando Israele dalla siccità. In quell'immagine la Chiesa ha riconosciuto Maria, che portando in sé Gesù, ha donato vita e fecondità al Mondo. Alcuni eremiti, costituirono una cappella ed un Ordine alla Vergine del Monte Carmelo. Da tradizione, il 16 luglio del 1251 la Vergine apparve al primo Padre generale dei carmelitani, San Simone Stock, al quale diede lo scapolare col privilegio sabatino: la promessa della salvezza dall'inferno, per coloro che lo indossano e la liberazione dalle pene del Purgatorio.

Lo scapolare detto anche abitino è simbolo di rivestimento che richiama la veste dei carmelitani e l'affidamento alla Vergine, per vivere sotto la sua protezione. La Madonna del Carmine è venerata anche come Madonna del Suffragio.

Il culto a Castellammare risale al 1471, anno in cui il vescovo Niccolò Anfora chiamava in città i frati carmelitani. Questi, l'anno successivo, eressero la chiesa di San Nicola, presso l'Acqua Rossa.  Nel 1505, la città di Castellammare fondò, inoltre, il convento e la chiesa delle monache di clausura, sotto il titolo di Santa Maria della Pace, dell'Ordine Carmelitano.

Nel XIX secolo, la chiesa di San Nicola (detta anche Annunziata al Molo) fu abbattuta, per permettere l'ampliamento del Cantiere Navale. La citata chiesa viene spesso, erroneamente, confusa con la prima chiesa della Madonna di Porto Salvo che era attigua a questa e quindi abbattuta e ricostruita dove si erge oggi.

 La seicentesca statua della Madonna del Carmelo, che era venerata dai Carmelitani, fu concessa da re Ferdinando al Clero cittadino, e posta nella chiesa del Clero di Gesù e Maria: era il 31 ottobre 1785 (Il real dispaccio è datato 4 ottobre 1785). In tale occasione la Vergine del Carmelo fu proclamata "protettrice e avvocata"di Castellammare e patrona del Clero stabiese. I sacerdoti nel 1786 ottennero, per questo culto, anche la Indulgenza Plenaria con l'altare privilegiato. Nel 1801, lo stesso Clero, istituì, presso la citata chiesa del Gesù, il Monte di Santa Maria del Carmine, per il suffragio dei defunti.

La statua della Madonna "è opera del '600 napoletano, un vero gioiello del suo genere, che attrae e desta l'ammirazione per la serena bellezza del volto, per la pace e la serenità che emana dallo sguardo tenero di madre amorosa" ( Giuseppe Lauro Aiello).

Nel 1933, il preposto del Clero, mons. Francesco Di Capua, inoltrò istanza al Capitolo Vaticano affinché fosse concessa l'incoronazione della statua raffigurante la Madonna del Carmelo. La documentazione fu accompagnata da una relazione del vescovo Pasquale Ragosta: "e per il culto antichissimo e per l'abbondanza dei prodigi e delle grazie che la Pia Madre continuamente effonde fosse redimita dell'aurea corona".

Il Capitolo Vaticano decretò la solenne incoronazione il 15 agosto 1932, tramite bolla firmata dal cardinale Eugenio Pacelli. Il 25 agosto successivo fu investito dell'incarico di procedere all'incoronazione mons. Ragosta.

Il rito dell'incoronazione delle immagini sacre, in particolar modo della Madonna in tutti i suoi appellativi, nacque nel XVII secolo: era praticato con solennità e liturgie speciali, dopo l'approvazione del Capitolo Vaticano.  Nel XIX secolo il rito si estese a tutta la Chiesa, finendo per incorporarsi al Pontificale Romano, per immagini a cui i fedeli erano molto devoti, a causa di miracoli avvenuti o per la protezione prodigata dalla Madre di Dio. I requisiti principali richiesti per ottenere il decreto d'incoronazione sono in genere tre: l'antichità dell'immagine, la lunga datazione di un sentito culto e la larga concessione di miracoli. A Castellammare questo privilegio è stato concesso a ben sei immagini della Madonna.

I preparativi per la cerimonia di incoronazione della Madonna del Carmelo furono allestiti dal nuovo preposto del Clero, mons. Francesco Donnarumma. Vennero raccolte numerose offerte e molti oggetti preziosi, dalla cui fusione furono ricavate due verghe di kg 1,340 e 0,946. Attraverso le offerte fu, inoltre, deciso di donare ad una povera giovane di nome Carmela (scelta per sorteggio) con la somma di lire 500, da usare come dote. Il disegno delle corone fu realizzato dall'architetto Giuseppe Pandolfi, la cesellatura fu opera dell'orafo stabiese Michele Filosa: queste furono consegnate il 15 luglio 1933.

Il giorno successivo, 16 luglio 1933, sul sagrato della cattedrale, gremito di fedeli, il vescovo Ragosta procedeva alla solenne incoronazione. I festeggiamenti durarono fino al 27 luglio: furono chiusi da una solenne processione e da una conferenza di mons. Di Capua, "La comunità dei Preti Semplici di Gesù e Maria". Le preziose corone, donate alla Madonna e al Bambino, sono ancora gelosamente conservate, anche se non esposte per motivi di sicurezza.

Oggi il culto verso la Madonna del Carmine è particolarmente vivo nell'omonima Parrocchia del Rione Ferrovia dove fu istituito nel 1867 dal sacerdote Catello Somma (1824-1886): nella chiesa si venera una bella tela appartenuta al citato sacerdote.

 

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