Cronaca
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Vico Equense - Un libro mastro con nomi, cifre e scadenze: così i carabinieri hanno incastrato la banda degli usurai

Nei guai sei persone fra cui uno stabiese. Sequestri per oltre 450mila euro

tempo di lettura: 2 min
di genesp
06/01/2021 10:27:03

I nomi delle vittime segnati su un libro mastro con importi e scadenze. È stata questa la prova schiacciante nei confronti di Michele Ferraro e il suo gruppo di usurai che negli ultimi due anni ha seminato il panico fra i piccoli imprenditori della penisola sorrentina. Incubo che però è terminato ieri mattina quando i carabinieri della Compagna di Sorrento hanno notificato ben sei ordinanze di custodia cautelare a carico di Michele Ferraro (già in carcere per altri reati), la moglie Marianna Annunziata, Angelo Marchitano (l'unico stabiese), Giuseppe Di Martino (storico fiancheggiatore del clan dei Lattari), la compagna Alessia Savarese (che essendo incinta finisce ai domiciliari), Mario Ferraro (fratello di Michele, con obbligo di firma). L'inchiesta è partita nel 2019 ed è entrata nel vivo durante il periodo del primo lockdown dove diversi piccoli imprenditori hanno chiesto aiuto alle persone sbagliate. Colpiti pesantamente dalla crisi Covid, e già in difficoltà da diversi anni, piccole attività locali hanno chiesto dei prestiti che però si sono trasformati presto in incubo.

Le cifre prestate erano diverse ma raggiungevano anche i 20mila euro. Il gruppo usuraio imponeva il 10% di interessi mensili ai danni delle vittime che spesso non riuscivano a sottostare alle richieste subendo minacce di qualsiasi tipo. L'attività d'indagine ha permesso di ricostruire nel dettaglio dieci casi di riscossione, alcuni dei quali comandati da Michele Ferraro dal carcere nel quale è rinchiuso. In diversi colloqui con la moglie e il fratello ha più volte fatto riferimento alle cifre da riscuotere sfruttando soprattutto Di Martino che era temuto nell'area di Vico Equense a causa dei suoi rapporti con il clan di Iuvani, a Gragnano. Da qui la ricostruzione di tutto il gruppo criminale e gli affari loschi condotti dai sei.

Una figura di spicco sarebbe quella di Angelo Marchitano, stabiese titolare di una sala giochi. Secondo l'accusa, sarebbe stato lui a garantire la liquidità necessaria per prestare il denaro alle vittime. Da alcune indagini patrimoniali effettuate a suo carico sono emerse inoltre delle incongruenze: possedeva di più rispetto a quello che effettivamente dichiarava. Per gli inquirenti è sintomo dell'attività illecita che conduceva insieme al gruppo criminale. Il 50enne del centro antico stabiese è ora in carcere. Le forze dell'ordine dopo ulteriori controlli hanno sequestrato ai sei beni dal valore complessivo di 450mila euro (1 appartamento, 1 garage, 1 autovettura, 2 motocicli, 3 c/c bancari, 5 libretti di risparmio bancari, 4 depositi di risparmio postali, 2 fondi banco posta, 4 carte di credito prepagate.

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