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Toghe corrotte al tribunale di Torre Annunziata: Antonio Iannello vuota il sacco di fronte ai pm. Scattano quindi le scarcerazioni per gli indagati finiti nella maxi inchiesta della Procura di Torre Annunziata sui falsi incidenti stradali e sulle sentenze taroccate.
Tutti spediti ai domiciliari, tranne appunto il giudice scafatese, ritenuto il vertice della cosca, il quale non aveva per altro presentato istanza di scarcerazione. Lo hanno stabilito i giudici del Tribunale del Riesame di Salerno, dopo che l’inchiesta era passata per competenza alla Procura di Nocera Inferiore. Ai domiciliari anche l’altro giudice Raffaele Ranieri e il consulente tecnico di Boscoreale Salvatore Verde, considerato uno dei capi dell’organizzazione criminale.
Misura restrittiva 'casalinga' per i due avvocati di Torre Annunziata Ivo e Guido Varcaccio Garofalo, Aniello Guarnaccia, Eduardo Cuomo e l’ex consigliere comunale di Castellammare di Stabia Rodolfo Ostrifate. Ai domiciliari finiscono anche Dario Luzzetti, Luigi Coppola, Vincenzo Elefante e il medico Ciro Guida. Restano ai domiciliari Enrico Tramontano Guerritore e Francesco Afeltra, di Gragnano, Gennaro Amarante, Antonio Cascone, Rosaria Giorgio e Carmela Coppola per i quali è stata rigettata la richiesta di scarcerazione. Già reclusi tra le mura domestiche anche Liberato Esposito e l’avvocato Nicola Basile, in libertà Marco Vollono. Si attende ora la decisione per il terzo giudice Paolo Formicola.
Nel frattempo Iannello si sarebbe dichiarato colpevole di una parte dei reati contestati dai magistrati: il togato ha confessato di aver intascato soldi per le nomine di alcuni periti, respingendo tuttavia l'ipotesi che lo volevano manipolatore delle sentenze oggetto dell’inchiesta. Nell'udienza celebratasi davanti al tribunale del Riesame di Salerno l'imputato ha persino spiegato cosa lo ha spinto a cominciare quella che lui stesso ha definito una «folle corsa».
L’ex giudice di Pace (autosospesosi dopo l’arresto) ha ammesso senza fronzoli: «Giuro che a quel momento io non avevo preso un centesimo da nessuno, nemmeno il caffè - ribadisce Iannello prima di fornire il suo particolare movente -. Ero arrabbiato anche per un altro motivo la riforma Orlando lei la conosce, era alle porte, da quando potevamo guadagnare qualcosina di soldi avevamo distrutto gli studi, ci aveva portato a guadagnare circa 800 euro». Il disagio economico alla base di tutto, anche a costo di macchiare indelebilmente la propria toga. Problemi finanziari che avrebbero condotto il giudice sulla strada sbagliata per un pugno di euro in più a fine mese. Si attende ora che la Giustizia - quella vera - faccia il proprio corso.
Nel primo giorno d’estate, il Parco è stato restituito ai cittadini con l’esibizione degli studenti del Severi, Di Capua e Bonito-Cosenza per la Festa della Musica. Il sindaco: «Lo abbiamo fatto con le scuole, le associazioni e tanta gente. Ora avanti verso il recupero delle acque»