Trentasette anni sono trascorsi da uno dei giorni più neri della storia di Torre Annunziata. L’eccidio noto come “strage di sant’Alessandro”, il 28 agosto 1984, fu la risposta del clan Bardellino contro i Gionta dopo l’omicidio di un uomo vicino ad Antonio Bardellino: da un autobus turistico rubato a Scalea spuntarono 14 sicari, che assassinarono 8 persone, tra cui alcune persone non legate alla camorra, e ne ferirono 7 nei pressi del circolo dei Pescatori. Ed ora quel clima di terrore sembra tornato prepotentemente d’attualità a Torre Annunziata, dove gli omicidi, le minacce legate al racket e all’usura e le stese di camorra si susseguono con frequenza allarmante.
“Il quotidiano susseguirsi di fatti criminali - drammatici e devastanti - che si svolgono nelle strade della città ci mostrano una città ormai allo stremo della tenuta sociale, dove la sicurezza e la vivibilità, è particolarmente precaria” è la denuncia di don Ciro Cozzolino, referente del presidio Libera di Torre Annunziata.
“Quanto sta accadendo non lascia più alibi alle responsabilità delle istituzioni (Amministrazione Comunale per prima) ma anche di noi cittadini. - prosegue don Ciro Cozzolino - Questa insostenibile realtà chiede a noi comunità una sola cosa: lasciare il buonismo dell’indifferenza per far posto alla determinazione di costruire una ‘Nuova Torre Annunziata’, fondandola su valori di giustizia e legalità per la cura appassionata e competente del bene comune. Siamo consapevoli che, da soli, non potremo far nulla per trasformare l’agonia in speranza”. Una denuncia che si tramuta ad un appello “ad ognuno e alle forze sociali, ad uscire da se stessi, dalle proprie sicurezze e da ogni forma di corporativismo per la difesa di privilegi. Camminare e agire insieme è necessario alla vita della città e dei cittadini. Noi ci siamo!”.
Il tecnico delle vespe entusiasta per la qualificazione ai Play Off, ma avverte: «Il focus è sul presente. America? È il viaggio che conta. Buglio? L'infortunio è meno grave del previsto, è un giocatore essenziale per noi.»