All'udienza del 17 novembre e.a. nel processo pendente dinanzi al Tribunale di Torre Annunziata a carico di sei persone, imputate dei reati di disastro ambientale, ricettazione, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di reati concernenti la pesca illegale dei datteri di mare, danneggiamento aggravato, distruzione di un habitat all'interno di un sito protetto, distruzione di bellezze naturali e commercio di sostanze alimentari nocive, protrattosi dal dicembre 2021 ed articolatosi per 36 udienze, il Pubblico Ministero ha formulato la propria requisitoria, chiedendo le seguenti condanne:
- anni 10 e mesi 10 di reclusione nei confronti del soggetto che rivestiva il ruolo di capo, promotore ed organizzatore della compagine associativa, imputato dei delitti di associazione per delinquere, connotata dalla c.d. "aggravante ambientale", di disastro ambientale, di plurime ricettazioni aventi ad oggetto la detenzione e la messa in commercio dei datteri di mare e di commercio di sostanze alimentari nocive;
- anni 9 e mesi 2 di reclusione ciascuno nei confronti di altri quattro soggetti, rivestenti il ruolo di componenti dell'organizzazione criminale, costituenti, in particolare, le squadre di "datterari" dedite alla pesca illegale dei datteri di mare e al danneggiamento dell'habitat marino della penisola sorrentina, imputati dei medesimi reati su indicati, con esclusione del commercio di sostanze alimentari nocive;
- anni 5 di reclusione nei confronti di un soggetto, che rivestiva, invece, il ruolo di "intermediario" nella compravendita dei datteri di mare, tra i detentori di tali molluschi di provenienza illecita e gli acquirenti/ricettatori attivi nella Regione Puglia, imputato dei delitti di associazione per delinquere, connotata dalla c.d. "aggravante ambientale", e di plurime ricettazioni aventi ad oggetto la detenzione e la messa in commercio dei datteri di mare.
In precedenza, altri 12 imputati, facenti parte della suddetta organizzazione criminale, erano già stati condannati, in data 27.10.2022, dal Tribunale di Torre Annunziata, a seguito di giudizio abbreviato, alla pena di anni 6 di reclusione ciascuno per i reati di associazione per delinquere aggravata, disastro ambientale e plurime ricettazioni dei datteri di mare; in sede di appello, proposto avverso la suddetta sentenza di condanna, i predetti imputati hanno optato per il "concordato sulla pena", ottenendo uno "sconto" di pena, come stabilito dalla Corte di Appello di Napoli, con sentenza del 23.5.2025.
Un altro imputato, facente parte della compagine associativa, è stato condannato, in data 28.9.2023, dal Tribunale di Torre Annunziata, a seguito di giudizio abbreviato, alla pena di anni 2 e giorni 20 di reclusione per i reati di associazione per delinquere aggravata e di ricettazione aventi ad oggetto la detenzione dei datteri di mare provenienti dalla pesca illegale; per tale imputato il processo pende, allo stato, in sede di appello.
Infine, altri due imputati, facenti parte dell'organizzazione criminale, con i ruoli di "intermediari" e/o stabili acquirenti/ricettatori dei molluschi bivalvi, avevano definito la loro posizione, in data 27.10.2022, con il patteggiamento della pena di anni due e mesi quattro di reclusione ciascuno per i reati di associazione per delinquere aggravata ed alcune ricettazioni aventi ad oggetto la detenzione dei datteri di mare e delle vongole veraci provenienti dalla pesca illegale.
Secondo la ricostruzione operata dalla Procura della Repubblica è stata accertata l'esistenza di una vera e propria, stabile, organizzazione criminale, della quale facevano parte 21 persone, già destinatarie di misure cautelari, operante dal luglio 2016 nei comuni di Castellammare di Stabia, Vico Equense, Piano di Sorrento, Meta di Sorrento, Sorrento, Massa Lubrense, dedita in maniera professionale e sistematica, con ripartizione di compiti e di ruoli e predisposizione di mezzi e di persone, alla raccolta e alla messa in commercio illegali sia dei datteri di mare ( lithophaga - lithophaga) -la raccolta, la detenzione, la vendita e il consumo dei quali sono vietati sin dal 1998- che delle vongole veraci di Rovigliano (venerupis decussata), contaminate batteriologicamente e chimicamente e quindi pericolose per la salute dei consumatori, in quanto raccolte in uno specchio di mare prospiciente la foce del fiume Sarno, catalogato come Zona Proibita a causa della presenza di sostanze altamente inquinanti tra cui idrocarburi e metalli pesanti, nella quale è vietata la raccolta e l'allevamento dei molluschi bivalvi.
Come confermato dalle sentenze di condanna sin qui intervenute, è stato accertato e documentato, altresì, il disastro ambientale, cagionato, dal luglio 2016 al novembre 2020, dall'azione degli imputati. mediante la sistematica distruzione di rocce e scogli da cui estrarre i datteri di mare, frantumando meccanicamente, con martelli a doppia punta, le formazioni calcaree in cui sono alloggiati i datteri di mare nei seguenti tratti costieri della Penisola Sorrentina, per un tratto costiero complessivo di oltre 6 chilometri: Capo di Sorrento -Bagni Regina Tonnarella, Banco di Santa Croce, località Alimuri ex "mostro" Meta di Sorrento, Punta Scutolo -Vico Equense, Punta Campanella - Località Fossa Papa Massa Lubrense, Località La Salara - Sorrento, Località Le Mortelle - Punta Montalto Massa Lubrense, Scoglio Isca - Massa Lubrense, Scoglio Penna - Massa Lubrense, Marina di Puolo Sorrento -Massa Lubrense, Punta Sant'Elia - Massa Lubrense, Scoglio Vervece - Massa Lubrense. Il disastro ambientale accertato è rappresentato:
- dalla distruzione completa della comunità di organismi "bentonici" che insistevano sullo strato superficiale delle rocce, fino a 10/15 mt di profondità, con conseguente "disequilibrio ambientale" che ha portano ad "alterazioni irreversibili dell'ecosistema marino" con la completa desertificazione di aree ad elevata biodiversità;
- dall'alterazione irreversibile del sistema costiero, derivante dalla perdita irreversibile del "bene geologico", identificato nelle formazioni di roccia carbonitica di particolare pregio naturalistico - geologico, con conseguente "danno permanente" dovuto non solo all'escavazione ed all'asportazione definitiva di interi pezzi di roccia frammentata dal fondale ma anche alla morte di milioni di organismi e micro-organismi che vivono sulla roccia stessa, in conseguenza di una situazione complessiva di "degrado" degli "ecosistemi marino-costieri" i quali conseguenzialmente ed inevitabilmente vengono resi molto più fragili e meno resistenti agli "stress ambientali", verificantisi lungo la fascia costiera. Il disastro ambientale è aggravato dal fatto di essere stato prodotto all'interno dell'Area Marina Protetta di Punta Campanella e della ZTB (Zona Tutela Biologica) del Banco di Santa Croce ed ai danni dell'habitat di scogliera della Penisola Sorrentina, incluso nella "Direttiva Habitat 92/43/CEE
- Rete Natura 2000", come habitat d'interesse comunitario e di tutte le specie ad esso associate, e in danno di una specie protetta, vale a dire, il c.d. dattero di mare.
L'alterazione dell'ecosistema marino e la compromissione della biodiversità sono state appurate con la collaborazione di un team di esperti di zoologia, ecologia e geologia ambientale di cui si è avvalsa la Procura.
Durante le indagini erano stati sequestrati:
- oltre 2 tonnellate e mezzo (2.508,9 kg.) di datteri;
- oltre 675 kg. di vongole veraci di Rovigliano.
Il processo è stato rinviato in prosieguo all'udienza del 22 dicembre 2025, data nella quale sono previste la discussione dei difensori degli imputati e la pronuncia della sentenza del Tribunale.
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