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Terzigno- La Terra dei Fuochi

Camminare per la campagna di Terzigno oggi vuol dire passeggiare in un sito di smaltimento di rifiuti tossici. Laddove prima c'era un pozzo artesiano, oggi si ritrova un cumulo di amianto interrato.

tempo di lettura: 3 min
di Liborio Avvoltoio
06/12/2011 9.19.55

un'immagine della campagna di Terzigno

Saviano nel suo Gomorra definisce la terra dei fuochi come una vasta area della provincia di Napoli compresa tra i comuni di Qualiano, Villaricca e Giugliano caratterizzata dallo sversamento illegale di rifiuti, anche tossici, da parte della Camorra. In molti casi, i cumuli di rifiuti, illegalmente riversati nelle campagne, o ai margini delle strade, vengono incendiati dando luogo a roghi i cui fumi diffondono sostanze tossiche, tra cui diossina, nell'atmosfera e nelle terre circostanti.
La terra dei fuochi ha però confini più ampi di quelli definiti da Saviano. Si estende ben oltre il lembo di terra a cavallo tra le province di Napoli e Caserta. Una delle capitali della terra dei fuochi è senz'altro Terzigno. Di Terzigno se ne è sentito parlare nel 2010, quando cittadini oramai distrutti dall'odore nauseabondo e dai miasmi provenienti dalla discarica Sari, hanno messo su una protesta che ha avuto la ribalta nazionale. Ma la Cava Sari non è l'unico problema di Terzigno quando si parla di rifiuti. Terzigno, come ci ha riferito un abitante del luogo, è ormai divenuta la pattumiera d'Italia. Rifiuti di ogni genere di ogni natura vengono smaltiti nella campagne circostanti il centro cittadino.
Oggi Terzigno non è più terra di lapillo, viti e nocciole, ma di discariche e roghi tossici. Rifiuti di ogni genere, accumulati e ammassati nelle campagne, e poi bruciati per far posto ad altri. Un vero e proprio ciclo integrato. I segni dei roghi, o dei fuochi per dirla alla Saviano, sono evidenti e tangibili sull'asfalto bruciato, sul ponte della 268 annerito dai fumi fino ad arrivare ad un pino morto.
Camminare per la campagna di Terzigno oggi vuol dire passeggiare in un sito di smaltimento di rifiuti tossici. Laddove prima c'era un pozzo artesiano, oggi si ritrova un cumulo di amianto interrato.
Durante il nostro cammino abbiamo trovato di tutto: da pneumatici ad olii esausti e bruciati. Ci siamo imbattuti anche in un ammasso di frigoriferi, che però prima di essere egregiamente riposti nella campagna terzignese, sono stati ripuliti di tutto quanto poteva essere rivenduto. Ci sono più televisori assiepati tra le noccioline che in tutti i vari centri commerciali della Campania. La campagna di Terzigno è oramai impraticabile. Ci sono strade sbarrate da cumuli bruciati. Il tutto a pochi centimetri dalle piante di noccioline, destinate alle nostre tavole. In mezzo agli olii bruciati e all'amianto c'è chi tranquillamente irriga i campi. C'è chi poi i rifiuti se li tiene addirittura chiusi, all'interno della proprietà.
Terzigno sembra un territorio abbandonato e rassegnato al proprio destino. Qui però c'è gente che da anni lotta contro questi soprusi, ma rimane inascoltato. Quando ci sono gli incendi il fumo arriva fino nelle case dei terzignesi ed i veleni nel loro sangue. Sono costretti a vivere praticamente chiusi dentro e la cosa triste è che molti ci hanno fatto l'abitudine. Nel vesuviano, stando al monitoraggio effettuato dalla popolazione stessa, la percentuale dei tumori è ben al di sopra della media nazionale di oltre il 40%.
Le immagini che abbiamo girato sabato 3 dicembre documentano il circolo vizioso che negli anni si è venuto a creare nello smaltimento dei rifiuti tossici nelle campagne del comune vesuviano.

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