Al civico 26 di via Vecchia per Castellammare, in un tempo non lontano, la gente aveva il solo timore di alzare gli occhi sui balconi dell'edificio che vi sorge. Dall'8 novembre prossimo, dopo che lo Stato si è imposto sulla camorra, da quei balconi si affacceranno bambini e adolescenti il cui futuro sarà ridisegnato da don Luigi Merola. Quello che un tempo era una delle icone della camorra locale, conosciuta con il nome e il cognome di Ferdinando Cesarano, sta per diventare l'emblema della legalità. Un esempio tangibile di come l'antistato debba chinare il capo innanzi a uomini coraggiosi, che hanno scelto, mettendo a repentaglio la propria vita, di combattere il malaffare con la parola e creare alternative lavorative per i giovani. Don Luigi Merola e l'assessore comunale alla cultura, Antonio Ebreo, hanno annunciato l'apertura di una succursale della fondazione dell'Arenaccia, «’A voce de’ creature» creata dal prete anticamorra, sul territorio pompeiano. La sede sorgerà nel luogo simbolo dello Stato che ha sconfitto la associazioni malavitose, nei locali confiscati al clan «Cesarano». Togliere manovalanza alla criminalità, recuperare i minori che hanno avuto problemi con la giustizia, guidandoli verso il reinserimento nella società e l'avviamento nel mondo del lavoro, sono i capisaldi del laboratorio anticamorra dell'autore del libro «Forcella: tra inclusione ed esclusione sociale». Saranno proprio i corsi di avviamento al lavoro il punto di forza della costola della fondazione dell'Arenaccia. «Solo attraverso il lavoro certo - ha più volte sottolineato don Luigi Merola - che i giovani potranno essere allontanati dalla strada e dalle devianze criminali». «La fondazione - spiega l'assessore Ebreo - nasce dalla consapevolezza che la civiltà di un territorio si misura sul rapporto con i suoi bambini e con il futuro dei suoi ragazzi. La nascita di questo nuovo organismo, che servirà a ridare dignità al territorio sano, deve essere promossa e sostenuta dalle scuole, dalle famiglie e dagli enti locali. Queste realtà sane del territorio non devono lasciare soli uomini coraggiosi, che hanno compreso al gravità della situazione attuale e hanno deciso di combattere in prima linea quella che dovrebbe essere la guerra della collettività. La camorra non è solo l'insieme delle attività criminali organizzate, ma è anche una mentalità, una cultura pervasiva, che fa della prepotenza, della sopraffazione e dell'omertà i suoi principali punti di forza».
Il tecnico delle vespe entusiasta per la qualificazione ai Play Off, ma avverte: «Il focus è sul presente. America? È il viaggio che conta. Buglio? L'infortunio è meno grave del previsto, è un giocatore essenziale per noi.»