Cronaca
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Gragnano - Due anni di latitanza a pochi metri da casa, Antonio Di Martino si nascondeva a Iuvani

Aveva un'organizzazione perfetta: sempre vestito, 10 secondi per scappare e decine di vie di fuga. In più parenti e cani da guardia lo avvisavano dell'arrivo della polizia ma ormai la latitanza è finita

tempo di lettura: 2 min
di Gennaro Esposito
29/12/2020 08:53:29

Sempre in tuta, sull'attenti pronto a scappare. In 10 secondi era capace di far perdere le sue tracce fra i sentieri dei Monti Lattari nei quali ha creato il suo regno. Ci ha provato anche ieri notte ma questa volta la polizia di Stato è stata più veloce, più preparata. Ed è finita così la fuga di Antonio Di Martino, l'ultimo boss dell'area stabiese che viene consegnato alla giustizia dopo ben due anni di latitanza. Il figlio de "o' lione" sfuggì all'arresto nel dicembre del 2018 ma anche ad altri due blitz, uno del 2019 e uno nell'estate di quest'anno. Ieri sera però gli inquirenti lo hanno braccato, bloccato ogni via di fuga e con l'aiuto di droni in grado di rilevare la temperatura corporea sono riusciti a localizzarlo e mettergli le manette ai polsi. Di Martino non si è mai allontanato da Gragnano nel corso dei due anni di latitanza. È sempre stato vicino alla sua famiglia e ai suoi uomini che secondo gli inquirenti continuava a comandare. Il boss non poteva allontanarsi, con l'arresto di suo fratello Fabio Di Martino c'era un clan da dirigere. E probabilmente proprio questo gli è costato l'arresto.

Ieri sera il Di Martino aveva fatto ritorno come di consueto nell'agglomerato di case di Iuvani, frazione di Gragnano. La polizia di Stato lo sapeva, aveva ormai imparato le sue abitudini e i suoi movimenti. Durante la notte è partito quindi il blitz che ha richiesto l'aiuto di ben 100 uomini fra polizia di Stato, guardia di finanza e NOCS. Grazie però al sistema di protezione nei pressi della casa, Di Martino in un primo momento è riuscito a scappare per poi essere bloccato fra i boschi grazie ai droni che hanno rivelato agli agenti a terra la sua presenza. La sua fuga è stata protetta da tre parenti, fermati, e anche da numerosi cani da guardia che per primi hanno messo in guardia l'intera famiglia. Un blitz durato quasi due ore che alla fine ha garantito il risultato che la Direzione Distrettuale Antimafia voleva: l'arresto.

Il boss non era uno sprovveduto, aveva curato tutto e forse si era fidato troppo del territorio che per molti è inaccessibile. Ma questa volta il pronto intervento della polizia e l'operazione preparata nei minimi dettagli ha fatto sì che il pericoloso latitante venisse assicurato alla giustizia. Ora dovrà rispondere dell'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito dell'inchiesta Olimpo che ha fatto luce sugli affari che il boss conduceva fra Gragnano e Castellammare. Il tutto senza dimenticare gli ultimi omicidi che si sono consumati sui Lattari, ultimo dei quali quello del 17enne Nicholas Di Martino, che potrebbero vederlo coinvolto (le indagini sono ancora in corso). Il suo arresto è l'ennesimo duro colpo alla criminalità organizzata del comprensorio stabiese. I Di Martino, vera famiglia di narcos dedita alla coltivazione e alla vendita di marijuana oltre che ad estorsioni, sono collegati storicamente con i D'Alessandro di Castellammare.

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