Una telefonata intercettata dalle forze dell’ordine nell'aprile 2023 ha permesso di intravedere il funzionamento di un articolato sistema di scommesse illegali, gestito con metodo da un’organizzazione criminale ben inserita nel territorio. Poche frasi, ma che lasciano intravedere l'ipotesi di una rete fatta di società fittizie e prestanome in esercizi pubblici. Nel corso della conversazione, l’uomo al telefono chiedeva: “Me la devo intestare io sta cosa? Sta c... di ditta?”, riferendosi alla gestione di una società utile agli affari del gruppo. La replica della compagna: “Prova a chiedere a Enzo”, chiamava in causa un membro di un clan locale, evidenziando l’eventualità di un intreccio tra attività solo in apparenza ordinarie e gli interessi della criminalità organizzata. Secondo gli investigatori, questa intercettazione non è un episodio isolato ma un indizio del livello di penetrazione raggiunto nel settore del gioco d’azzardo illegale. L’operazione “Golden Gol” ha mostrato come il clan imponesse slot machine e servizi di scommesse ai proprietari di bar e locali, spesso attraverso intimidazioni o accordi capestro, gestendo il flusso di denaro in modo da garantirsi introiti costanti e difficili da tracciare. Per rendere le attività meno individuabili, l’organizzazione faceva inoltre ricorso a intestazioni fittizie e prestanome, costruendo una facciata di legalità attorno a un giro d’affari che restava saldamente in mano al gruppo criminale. Una struttura organizzata, capace di muoversi nel settore con efficienza e di eludere a lungo i controlli.
Il sindaco interviene dopo le ultime inchieste della Dda: «Non decido io sulla commissione d’accesso, ma il Prefetto.»
